mercoledì 23 novembre 2011

La legge Mancia e i pirati del Parlamento.

Molti utenti di Facebook hanno copiato ed incollato una notizia ormai di dominio pubblico che riguarda i parlamentari italiani i quali hannodimostrato, ancora una volta, di aver perso completamente il senso della misura e di vivere in un mondo parallelo rispetto a quello in cui vivono 60 milioni di italiani.

giovedì 10 novembre 2011

Anteprima di una catastrofe.

Ci è giunta una lettera da un nostro affezionato lettore. Il contenuto è di una realtà sconvolgente. Gli occhi di un italiano che vede la propria nazione dal di fuori, (Germania), e che analizza, con un crescendo da armaggedon, la realtà di ieri, quella attuale, e gli effetti futuri a cui la nostra nazione sarà soggetta. Vi invitiamo a leggere e riflettere perché, per quanto possa sembrare irreale, la visione futura del nostro Paese potrebbe avere l'esatto prospetto analizzato in questa missiva.

domenica 6 novembre 2011

Se l'Italia non fosse nell'Euro.

Il giornalista economico britannico Ambrose Evans-Pritchard, responsabile della sezione economica internazionale del Telegraph, ha scritto pochi giorni fa in un suo articolo:

“Lasciatemi aggiungere che l’Italia non è fondamentalmente insolvente. È in questi pasticci perché non ha un prestatore di ultima istanza, una banca centrale sovrana o una moneta sovrana. La struttura dell’euro ha trasformato uno stato solvente in uno insolvente. Ha invertito l’alchimia”.

sabato 5 novembre 2011

Il coraggio di bestemmiare: via dall'Euro!

La vera bestemmia, impronunciabile da qualsiasi politico o giornalista, è quella di dichiarare il proprio fallimento con l'uscita dall'euro e dalla morsa del debito pubblico. Ci ha provato la Grecia, ma Francia e
Germania non glielo permettono, perché difendono i propri interessi...e quelli degli strozzini

C'è un grosso tabù che aleggia in Europa: l'indissolubilità dell'euro. La retorica europeista imperversa sui media nazionali e la via di uscita dalla profonda crisi economica è sbarrata da continui anatemi degli istituti finanziari. La politica non deve aprir bocca: la finanza deve comandare.

mercoledì 2 novembre 2011

Timeo danaos.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Mi hanno chiesto a gran voce di fare un post sulla situazione finanziaria. Eppure non c'e' quasi nulla da dire, siamo esattamente in orario con il disastro, che sta avvenendo, con qualche triste variazione sul tema , piu' o meno come ho gia' scritto in passato. Certo, c'e' un risvolto italiano, e quindi posso scrivere di quello.

Allora, i Greci hanno annunciato che il nuovo piano di "aiuti" probabilmente non lo accetteranno. Il governo, per non essere costretto a dirlo in faccia alla Merkel ha chiamato gli elettori alle urne. Gli elettori greci andranno alle urne potendo scegliere tra due opzioni:

martedì 1 novembre 2011

Sull'orlo di una guerra.

Forse siamo ad un bivio. La Grecia ha deciso di indire un referendum per chiedere ai suoi cittadini se intendono accollarsi l'onere della crisi che si è abbattuta sul Paese.

In buona sostanza si tratterà di decidere se rimanere sotto le tenaglie degli interessi bancari, (Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale) o allontanarsi dal branco degli squali-banchieri per tornare ad essere una nazione indipendente sotto il profilo economico e finanziario. Dalle dimostrazioni  popolari che vi sono state da un pò di tempo a questa parte, si darebbe per scontata una votazione negativa, ovvero un "no" della popolazione greca allo strangolamento economico. E probabilmente così sarà.

Oggi come ieri

"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

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