La guerra era finita. Dietro di se aveva lasciato lutti e distruzione. Ovunque si respirava ancora l'odore acre delle esplosioni, dei detriti dei palazzi crollati. I morti affioravano dalle macerie, con i loro arti tesi, le loro posture rigide che la morte aveva assegnato come testimonianza del suo passaggio e, forse, come monito ai sopravvissuti.
Alcuni di questi ultimi, però, non si erano ancora rassegnati, e dopo il sangue sparso sui campi di battaglia, decisero che era giunta l'ora di spargere quello fraterno, in una lotta intestina che non aveva né fronti, né divise. E così si scatenò la guerra civile. Forse meno cruenta di quella militare, ma più spietata, più cinica, più infame. In quella lotta in armi, ciò che contava era la forza bruta e la mancanza del rispetto di ogni regola.