martedì 26 luglio 2011

Le discriminazioni di froci e comunisti

Si da il caso che in Emilia Romagna sia avvenuto qualcosa di raccapricciante e pericoloso allo stesso tempo. Qualcosa che è stato portato avanti non dai soliti facinorosi, i cosiddetti nazi-fascisti,  a cui si attribuiscono le nefandezze più aberranti soprattutto quando si parla di razza, ma da personaggi pubblici che dovrebbero rappresentare la tanto decantata "democrazia" alla quale pare che non credano neanche i suoi sostenitori.

Ebbene, in Emilia Romagna, per la candidatura alla Presidenza della Commissione per le Pari Opportunità alla Regione, Silvia Noè è stata esclusa perchè cattolica. A sentenziare il razzismo religioso sono stati quelli di Sinistra e Libertà insieme al movimento froci italiani, meglio conosciuto come Movimento in Difesa dei Diritti degli omosessuali. A sostenere la tesi da reato previsto dalla legge Mancino si sono schierati anche l'Italia dei Valori e la Federazione della Sinistra.

Froci e comunisti parlano di "difesa delle libertà civili", e poco importa  se  per difendere tali prinicipi conducono campagne discriminatorie di natura religiosa. Essi sosengono che con la presenza di Silvia Noè non vi sarebbe più il carattere "laico" della missione. Ma cosa si intenderebbe sostenere con questo termine, usato spesso a sproposito con la stessa disinvoltura e quantità con cui si usa la parola democrazia, è ancora tutto da capire.

Il laicismo non è mai stato l'ateismo professato dal comunismo. La laicità non è una discriminazione o un'allontamento dalle religioni. E' un modo diverso di interpretare la vita che non va di pari passo con le regole imposte dai credo di divina concezione. Si può essere cattoli, musulmani o ebrei e condurre ugualmente una vita laica. Ma per Sodoma e Gomorra, (leggi froci e comunisti) sempre pronti a puntare l'indice accusatore verso una sola direzione, il discorso è diverso. Per loro i razzisti sono sempre gli altri. Essi non lo sono mai, neanche quando lo praticano con sfacciata insolenza nelle stanze di potere.

Non a caso, quindi, ci riferiamo agli omosessuali con il termine froci. Perchè se il disprezzo per chi è cattolico, unito alla discriminazione religiosa, non sono più contemplati dalla legge Mancino, allora neanche il disprezzo per chi è frocio può essere passibile di condanna.

A parte questa considerazione verso persone per le quali non esiste alcuna discriminazione ma solo un senso di schifo e di disagio per i quali nessuno è in diritto di contestare, verrebbe da chiedersi cosa sarebbe successo se, al posto di Silvia Noè, eslcusa perchè cattolica, fosse stato escluso un musulmano o, peggio ancora, un ebreo. E' certo che proprio i razzisti religiosi di oggi si sarebbero strappate le vesti in segno di indignazione per l'offesa arrecata ai principi democratici, alla Costituzione, ai morti dell'Olocausto e a tutta una serie infinita di luoghi, persone, associazioni e martiri che sarebbero stati citati a profusione.

I musulmani avrebbero fatto sentire la loro voce attraverso i loro movimenti politici, (troppi in Italia!) e gli ebrei sarebbero comparsi su giornali e telegiornali con le loro solite facce da vittime e con il portafogli sempre più gonfio grazie alle razzie compiute per il mondo nel nome dell'Olocausto. In sostanza, tutto sarebbe avvenuto secondo un copione consolidato ormai nei decenni.

Ma con Silvia Noè tutto questo non è avvenuto. Lei è solo una cattolica. Cosa di poco conto, sia per chi pratica la sodomia, sia per chi ha abbracciato una ideologia che ha portato a morte decine di milioni di persone. Dell'Idv inutile parlarne. Esistono più condannati e faccendieri di dubbia morale in quel movimento che in tutto il resto d'Italia. Forse è per questo che non riescono ad andare d'accordo con il Pdl. Sul piano criminale c'e' troppa concorrenza.

E che l'inciucio, la spintarella, il magna magna, l'inserimento di parenti e conoscenti ai posti di potere non abbiano connotati politici e ideologici sia cosa scontata lo si evince ancora una volta proprio da questa vicenda.

Nessuna delle parti in causa, froci, comunisti e magnoni dell'IdV, ha denunciato il fatto che Silvia Noè è la cognata di Pierferdinando Casini. Un dettaglio di poco conto per chi è abituato ad usare ed abusare di ciò che non è di sua proprietà.

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