giovedì 5 maggio 2011

Effetti collaterali

La guerra in Libia hai dei risvolti strani e farseschi. Dunque, l'Italia ha ottimi rapporti con Gheddafi, riesce ad ottenere importanti appalti sul petrolio e il gas libici, assicura il posto per diversi anni a centinaia, se non migliaia,  di lavoratori ENI, regala 5 miliardi dollari a titolo di risarcimento per l'occupazione italiana soddisfacendo le brame di Gheddafi ed accetta di costruire un autostrada faraonica che congiunge i due opposti del deserti libico, ma impiegandodiverse aziende italiane, tra le quali l'Impregilo, per la sua costruzione.

Ma, cosa più importante, l'Italia riesce ad ottenere - anche grazie all'elargizione dei cinque miliardi - la certezza del blocco dell'immigrazione partente dalle coste libiche. I risultati si vedono con i numeri che rilascia lo stesso governo. Il fenomeno immigrazione clandestina è notevolmente ridotto lasciando respirare Lampedusa e tutto il resto d'Italia, nonchè d'Europa.

Si è instaurata una situazione che, nel complesso, può essere accettata di buon grado e che al di là dei pittoreschi comportamenti del beduino libico, permette di ottenere diverse agevolazioni, sia sul piano energetico che su quello lavorativo, senza contare il notevole ridimensionamente della piaga emigratoria.
Di certo, detro tutto questo c'è stato un lavoro diplomatico snervante e che è costato un mare di soldi.

Bene, cosa fa l'Italia dopo aver affrontato questioni politiche e sociali con la Libia ed esserne uscita portando a casa qualche buon risultato? Dichiara guerra al beduino dietro ordine delle super potenze che comandano il mondo (Francia, Inghilterra e America) salvaguardano i loro interesse e compromettendo i propri.

E lo fa abbassandosi ad  un vergognoso e umiliante balletto di dichiarazionia "scaglioni".
In prima battuta tutto dovrebbe risolversi con il pattugliamento aereonavale di una zona denominata "no fly zone". Ma poi la Francia pensa di poter fare come gli pare anche in casa d'altri e pretende di comandare all'interno delle basi NATO, su suolo italiano, imponendo il proprio comando militare e sfruttando le basi per far decollare i propri aerei senza alcun autorizzazione da parte dello Stato italiano per andare a bombardare Gheddafi. L'Italia si rifiuta, (strano ma vero!) e chiede l'intervento dei vertici NATO per chiarire aspetti che dovrebbero essere talmente scontati da non prevedere replice paolaie ma solo dei poderosi calci in culo ai francesi.

Invece la regola naturale sul rispetto dei confini e della sovranità nazionale di un Paese viene vagliata da una istituzione internazionale. Stranezze del sistema plutodemocratico.

Nel frattempo la guerra libica si alza di livello. Dalla "no fly zone" si passa all'intervento diretto sulle zone di guerra. Ma l'Italia decide di fare la vezzosa e concede le basi ma non gli aerei, come se questo fosse sufficiente per non doversi accollare le responsabilità scaturenti dagli attacchi aerei.

Poi, cambiando di nuovo le sue decisioni, decide per l'intervento aereo. Anche il nostro Paese quindi, andrà a bombardare Gheddafi dopo avergli stretto la mano, dopo aver concluso con lui contratti di lavoro e dopo avergli regalato cinque miliardi di dollari. Una farsa che sembra una barzelletta di pessima qualità

Nel frattempo Gheddafi subisce un attacco aereo dove muoiono il figlio e tre suoi nipoti (questi ultimi di tre anni circa). Poi succede qualcosa di strano.  La Libia attacca l'ambasciata italiana, cioè la rappresentanza di una nazione che ha tradito gli accordi, che ha accettato di concedere il proprio suolo perché la Libia possa essere bombardata più agevolmente e che è responsabile della morte dei parenti del beduino, per poi porgere le sue scuse al governo italiano.

Stranezze davvero incomprensibili alle quali si aggiunge la cinica e impietosa sentenza della NATO che definisce la morte dei giovanissimi nipoti di Gheddafi  quali "effetti collaterali" dei bombardamenti. Vale a dire che era lecito bombardargli casa e che solo per effetto collaterale sono morti i suoi parenti. Quasi una disgrazia insomma.

Se la valutazione giudiziaria giustizia fosse davvero uguale per tutti e venisse applicata anche nei casi minori, anche i rapinatori che commettono un omicidio potrebbero avvalersi di questa nuova tesi che, pur non scagionandoli dalle loro responsabilità, di certo le attenua.
L'omicidio in corso di rapina quale effetto collaterale della rapina.

Un ottimo impianto difensivo che potrebbe agevolare il silenzio delle coscienze di molti delinquenti e criminali. Al pari di quelle italiane, francesi, inglesi e americane, che non ammazzano ma bombardano solo. I morti sono effetti collaterali

1 commento:

  1. Non c'è più da meravigliarsi ormai del del comportamento e del ruolo del nostro Paese di fronte alle crisi internazionali. i nostri governanti più di ogni altro sono soltanto delle marionette gestite dalle lobby usocratiche in virtù ancora di una sottomissione sottoscritta dai trattati che ci hanno consentito di entrare in Europa la cui conseguenza è la limitazione se non annullamento di ogni sovranità politica, economica e monetaria.
    In alto i cuori da chi ancora concepisce quei valori identitari che millenariamente hanno contraddistinto la nostra cultura....
    wids72

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"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

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