venerdì 2 settembre 2011

Chi avrà il coraggio?


La Patria gronda di lacrime amare.
Qualunque sia il punto di vista, è ben difficile non concordare su un fatto: stiamo attraversando il momento più angosciante della nostra storia, con l’aggravante che ciò si sta verificando in un periodo che tecnicamente verrebbe definito “di pace”, cioè senza una guerra in corso e quindi senza tutte le devastanti conseguenze socio-economiche che ne deriverebbero. Più semplicemente stiamo assistendo impotenti alla nostra stessa fine, per la cupidigia di alcuni, per l’ignavia di tanti, per la viltà di troppi.

Forse oramai non ha nemmeno più tanto senso soffermarsi a descrivere l’ultimo crimine e l’ultimo criminale; è divenuta una contabilità ordinaria, una noiosa roba da impiegati di concetto. Ciò che doveva divenire più chiaro, è ora sotto la luce del sole; conosciamo la vera identità delle forze oscure che ci minacciano e conosciamo la cura ma non siamo in grado di intervenire. E’ avvilente e deprimente sentirsi così impotenti, non poter reagire ed essere costretti a guardare i propri figli con un dubbio angosciante sul loro futuro, se mai ne avranno uno.

Oggi come ieri

"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

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