domenica 14 agosto 2011

L'arroganza sionista e le false liste di proscrizione

Un tema che ha tenuto banco per qualche giorno sui principali quotidiani italiani è stato quello relativo ad una lista di proscrizione pubblicata in internet e che conteneva  162 nomi di docenti, (quasi tutti ebrei), nel pieno delle loro facoltà lavorative presso le varie università italiane. Inutile dire che la lista ha dato adito ai soliti noti capi ebrei italiani di ripercorrere le strade del vittimismo e della storia dell'olocausto sulle quali gli occhiuti filo sionisti si sono stracciati le vesti per l'indignazione e la rabbia che il documento è riuscito a creare in quei nobili e sensibili cuori.
A sostenere l'ennesima "tragedia" ebraica si sono schierati alcuni professori universitari non ebrei  i quali hanno espresso anch'essi sgomento e indignazione solidarizzando con i tanto bistrattati loro colleghi di discendenza ebraica. Sul tema, quindi, si sono scatenati i commenti di chi si è sentito colpito in prima persona e di chi si è sentito coinvolto moralmente. Un piagnisteo a 360 gradi, fuorviante e mistificatorio messo volutamente in atto dai difensori dello stato di Israele e da coloro che per stupidità, o per ignoranza, hanno dato loro man forte nonostante i crimini compiuti quotidianamente da Israele a danno di chiunque non si sia trovato allineato alle sue volontà dittatoriali e colonizzatrici.

Tra gli ebrei commentatori non poteva mancare Riccardo Pacifici, il portavoce degli ebrei romani che assurse agli onori delle cronache quando, subito dopo il processo e l'assoluzione di Erick Priebke, non esitò a trattenere in ostaggio l'assolto e i giudici che avevano emesso la sentenza incitando la folla di ebrei e loro accoliti riuniti all'interno del tribunale a scagliarsi contro i carabinieri li presenti. Un atto criminale che se fosse stato commesso da chiunque altro  sarebbe stato punito con severità e determinazione. Ancor di più se fosse stato commesso da un cosiddetto estremista di destra. Ma per gli  ebrei pare che anche i reati decadono e le dispense dai codici civili e penali siano maggiori degli articoli di legge esistenti.

A proposito della "black list" (nome scelto non a caso per meglio colpire le coscienze delle persone), Pacifici si è espresso dicendo che con tale lista si è superato il limite. Essa è una sfida lanciata da persone anonime presenti su internet, luogo dove esistono numerosissimi siti di sentimenti xenofobi e razzisti. Ma la differenza tra questi e la lista sta nel fatto che in quest'ultima vi sono stati scritto nomi, cognomi e facoltà dove i docenti ebrei insegnano. Quindi essa è un chiaro messaggio tendente a indicare con precisione dove sono e chi sono le persone da colpire. Una sfida, quindi, che gli ebrei raccolgono per dire a tutti gli antisemiti che non si faranno intimorire e che nessun ebreo andrà mai a nascondersi.

Purtroppo per Pacifici il personaggio anonimo che avrebbe pubblicato la lista non è tale. Il suo nome e cognome è stato scritto persino su un blog denominato "Liberali per Israele". Si tratterebbe di un certo Dagoberto  Bellucci, un italiano convertito all'Islam e le cui tendenze politiche si avvicinerebbero, (neanche a dirlo) all'estremismo di destra.

Dopo Pacifici è stata la volta del sociologo Renato Mannehimer, il quale ha voluto rimarcare il fatto che tale lista non è molto differente da quelle di proscrizione redatte da fascisti e nazisti ai tempi della persecuzione ebraica. Vergogna, indignazione bla, bla, bla di rito concludevano il suo pianto.

Sulla questione è intervenuto anche il prof. Massimo Teodori, che ha sottolineato il fatto che  la lista fa parte del solito sistema antisemita e antisionista risalente ai tempi dei Savi di Sion. Un atteggiamento pericoloso che rischia di far rivivere i tempi del nazismo e del fascismo. Pericoloso poi perché sono state esposte delle personalità pubbliche di cui vengono indicati i luoghi che frequentano, cosa che può dare
adito ad episodi di violenza da parte di chi non  controlla molto bene la propria mente e le proprie azioni.

Poi è stata la volta dei docenti non ebrei che, evidentemente, o vivono in un'altra realtà, o la loro ignoranza è tale da non avere confini. Purtroppo, trattandosi di docenti universitari, non esiste per loro nessuna attenuante che giustifichi anche parzialmente le carenze conoscitive.

Tra questi c'è la prof.ssa Adele Morone insegnante presso La Sapienza di Roma.  Si è detta indignata per quanto successo. Ma poi, ammettendo di essere una delle poche persone presenti nella lista a non avere discendenze ebraiche, ha aggiunto di sentirsi comunque  onorata di essere stata citata. Insomma un'indignata di riflesso che si è sentita colpita moralmente più che nella persona, pur non conoscendo, o  facendo finta di non sapere, la vera origine di quella lista alla quale si è attribuita ogni nefandezza.

Potremmo continuare all'infinito nel riportare i commenti di tutti coloro che hanno preso parte all'ennesima mistificazione sionista valorizzando e amplificando l'infelice scelta di far apparire per lista di proscrizione un documento che ha ben altre origini.

Ma ci fermeremo alle citazioni della sionista per eccellenza, quella che parla tanto quanto Pacifici ma che, in più, ha dalla sua il potere politico datogli dal Parlamento nel quale è presente da tempo. Fiamma Nirensteien, la persona che ama apparire come la bella addormentata nel bosco pur di portare avanti  con determinazione il suo sostegno ad ogni costo e spesso andando contro l'indignazione del mondo intero per le atrocità commesse dal suo stato che tanto difende, quello di Israele.

A proposito della lista la Nirenstein si è detta indignata come tutti gli altri, ma per motivi diversi e contrari. Avrebbe voluto essere presente tra i nominativi, mentre è stata completamente ignorata. Eppure, ha detto, ne avrebbe avuto pieno titolo visto che una volta all'anno tiene un corso all’università e che fa parte di quegli ebrei da boicottare perché "ideologicizzati culturalmente e politicamente, solidali a un’entità politica extranazionale quale Israele rappresenti"

Secondo la Nerenstein, l’antisemitismo di quel genere è un contrappasso ben modesto per il grande dono di un’identità democratica e umanista che l’ebraismo ti regala. E aggiunge:" E pensare che chi ha messo in giro la lista poteva verificare su un altro elenco messo in circolazione un paio d’anni fa con tutti i nomi ebraici italiani. 
Dunque, pensavo di essere stata marchiata e messa in lista perché quel sito antisemita che ha messo in rete una lista di professori che avrebbero inquinato l’Università italiana con la loro cospirazione giudaica, nel passato recente si è occupato anche di me come di altri amici e colleghi; l’istinto è quello di alzare le spalle di fronte alla stupida ossessività dei blogger antisemiti." Continua asserendo che:" 
I professori nella lista sono presentati come ciniche spie, perfidi israeliani travestiti da italiani per deviare la nostra cultura e impossessarsene, loschi profittatori: insomma, non nascondiamocelo, si invita a schiacciarli come insetti. 
Non è un caso isolato: quando sei perseguitato dalla diffamazione antisemita possono scriverti sulla porta dell’aula in cui insegni «Cane di un ebreo» come hanno fatto al professor Giorgio Israel; possono costringerti, raccontando per iscritto e alla radio, che invece di una giornalista sei una colonna israeliana, a vivere protetta ormai da tanti anni, come capita a me. 
E oltre alla scorta ti aiuta anche il fatto che l’Italia non è cretina e cattiva, e capisce, e legge, e sa, come si è visto durante la polemica per il Salone del Libro e come riscontriamo ogni giorno personalmente".

Chi ha messo in moto tutto il meccanismo che qui abbiamo riportato solo in parte, è stato un certo Marco Pasqua, giornalista de "La Repubblica" il quale, dopo aver scovato la lista, ha costruito sopra tutto il palcoscenico sul quale non si sono risparmiati di apparire attori di nota fama ebraica e non, in parte citati anche dal nostro articolo.

Ma chi è questo giornalista che ha scovato, niente di meno che, una lista di proscrizione di ebrei?

Marco Pasqua in cambio dello stipendio da giornalista che riceve da "La Repubblica" si affanna a ricercare oscuri blogger da mettere all'indice sulle pagine del quotidiano per il quale "lavora". Per non faticare troppo nella ricerca si affida alla CDEC, un centro di informazione milanese dal quale riceve i dati di tutti i blog esistenti, (per la cronaca il CDEC riceve ogni anno 300.000,00 euro di soldi pubblici per espletare questo "importantissimo" lavoro di registrazione e archiviazione, ovvero per aggiornare la lista - questa si - di proscrizione e controllo sui blog). E così, una volta avuta la notizia preconfezionata, il Pasqua ha ben pensato di creare il "casus belli" scrivendo di aver scoperto un certo Dagoberto Bellucci quale autore della lista di proscrizione. Per dare maggiore impatto all'incredibile scoperta non ha esitato a definire il Bellucci “fascista convertito all’islam ed ex della pornostar Eva Henger”. Anche l'essere stati fidanzati con una pornostar può essere pericoloso in certi frangenti.


Eppure, visionando il sito, non appare da nessuna parte il nome del Bellucci, anzi, l'anonimato è padrone assoluto di quel blog. Ma ciò non ha preoccupato il nostro giornalista che, oltre ad aver dato un nome e cognome all'autore della lista nera, ha poi accusato il presunto proprietario del blog di aver ripreso un testo pubblicato il 14 maggio 2005 dal Corriere della Sera. E qui sta l'inganno.

In effetti, alla data indicata, il Corriere della Sera aveva pubblicato un appello a pagamento in sostegno dello stato di Israele firmato da tutti i nomi e cognomi che appaiono nella suddetta lista. Qui si scopre che, in sostanza, la lista di proscrizione non è altro che una lista voluta e creata dagli stessi nominativi elencati i quali hanno pure pagato perché il loro nome venisse pubblicamente stampato su un quotidiano di elevata tiratura nazionale.

La lista, prima di essere ripresa dal blog del presunto Bellucci, era stata già riproposta nel 2008 da un certo Paolo Munzi, gestore di un blog dove amava firmarsi "Re Shaulos II". Nonostante la smania di protagonismo del Munzi, che vagheggiava essere l' unico sovrano dell'Occidente Cristiano, il quotidiano La Repubblica gli aveva dedicato la prima pagina, oltre che la decima e l'undicesima, per il copia incolla abilmente compiuto.

Il Bellucci quindi, ha riprodotto una riproduzione. Nessuna black list, nessuna lista di proscrizione, nessun ebreo messo all'indice o indicato quale obiettivo da colpire per il sadismo di folli e neofascionazisti. Una bufala a cielo aperto, quella riproposta dal Pasqua, per meglio servire i padroni sionisti. Ecco svelata l'abilità giornalistica del Pasqua, che da una informazione datata da oltre sei anni è riuscito a creare tutta la farsa grottesca a cui i vari personaggi del sionismo hanno partecipato per dare credito e importanza ad un evento mistificato dalla base.

Di Paolo Munzio va detto che fu processato e che venne condannato per diffamazione, mentre fu assolto con formula piena dai reati previsti dalla legge Mancino.

Concludendo, la lista riproposta dopo diversi anni dalla prima e seconda pubblicazione, ha un sapore di sconfitta per coloro che sostengono lo stato di Israele. Il chiaro disinteresse degli italiani ha portato i sionisti a dover scavare nel passato per creare un caso politico e sociale che li riportasse sotto i riflettori del pubblico

Ma anche usando la mistificazione e l'informazione deviata, coloro che contemplano Israele come se fosse il paradiso terrestre e che non si curano delle atrocità che i soldati ed i politici israeliani commettono a danno del popolo palestinese, non sono riusciti nel loro intento, anzi, hanno peggiorato le cose per loro stessi. La gravità dell'atto non è rintracciabile nella pubblicazione di una lista che, ormai, non ha più nulla di reattivo, ma dal tentativo maldestro di sionisti e loro camerieri, tra cui vi sono giornalisti e politici di primo piano, che hanno tentato di passare per vittime dopo aver creato il motivo per esserlo.

Pare di rivedere gli stessi metodi usati da costoro quando, per avvalorare la tesi dell'Olocausto, truccavano le fotografie scattate dai tedeschi per dare maggiore impatto ed impressione al genocidio ebraico. Un genocidio che certamente è avvenuto ma sul quale il sionismo internazionale ha cercato di mettere una pietra tombale con l'adozione di leggi atte a vietare ogni possibile rivisitazione di quegli eventi. Un metodo, questo, grave ed inaccettabile soprattutto per chi si professa democratico e pronto a mettersi sempre in discussione e per chi guarda ad Israele come il modello primario del comportamento aperto e privo di censure di stato.

Falsi anche in questo, mistificatori anche nel far apparire la presenza della democrazia dove non esistono neanche i presupposti, dove a regnare non sono i dialoghi gli incontri, le tavole rotonde, le conferenze e le manifestazioni, ma dove si parla con le bocche dei cannoni da una parte e le sassaiole dall'altra. Questo è il vero principio democratico di Israele, omesso ed occultato da quei 162 firmatari che oggi dicono di essere rientrati in una lista di proscrizione quando nel 2005 si presentarono tutti impettiti e tronfi nel firmare il loro sostegno ad uno stato assassino. Ieri coraggiosi sostenitori di un territorio in guerra da sempre, oggi vittime di loro stessi. Persone, queste, che potranno avere tutto l'oro del mondo e tutto il potere che gli esseri umani potranno loro concedere, ma che rimarranno nei millenni poveri d'animo e di spirito, arroganti ricattatori e falsificatori storici.

A noi non importa se in quella lista ci sono ebrei, eschimesi o marziani. Ciò che ci interessa è conoscere i nomi delle persone che mentono sapendo di mentire, con l'aggravante di detenere un posto chiave nella preparazione culturale delle nuove generazioni. Non è un fattore di secondo piano la questione della docenza nelle università italiane concessa a personaggi che usano tali luoghi per mistificare situazioni e condizioni che vedono una realtà ben diversa da quella che viene promossa. Modellare le nuove leve generazionali sulla base di false congetture, di paradisi della democrazia che non esistono, di posti dove i carri armati sparano su un popolo oppresso da decenni, può non essere un reato penale, ma certamente è un'azione perfida e imperdonabile sotto l'aspetto etico e morale.

Il sionismo è il male del terzo millennio ed è riconosciuto tale non solo dai cosiddetti antisemiti, (e basta essere contro Israele per avere tale nomea dal "popolo eletto"), ma persino da molti rabbini ai quali, di certo, non può essere affibbiato loro lo stesso appellativo. Rabbini di Israele, che vivono in Israele e che dicono apertamente che il sionismo non è ebraismo, che le due cose sono talmente diverse da aver spinto costoro ad essere presenti alla conferenza sull'Olocausto tenuta tempo fa nell'Iran di Ahmadinejad. Questa è la verità che deve seppellire, una volta e per sempre, le farneticazioni di chi sostiene il sionismo e con esso la liceità dello stato di Israele.

Allora, quando la menzogna rischia di prendere il posto della verità, non può esserci codice penale che vieti di far valere la seconda sulla prima. Nè esistono liste di proscrizione quando i nominativi sono già comparsi spontaneamente e pubblicamente su un quotidiano nazionale. Una lista redatta e pubblicata con cosciente volontà da parte dei protettori di Israele per sostenere menzogne raccapriccianti che cozzano ogni giorno contro i fatti di cronaca verso i quali il mondo intero rimane sgomento e incredulo.

Non è reato dire al mondo intero che esistono persone che mentono, docenti che insegnano la menzogna e che occultano la verità. E se tra costoro vi sono più ebrei che eschimesi, più ebrei che marziani, più ebrei che cristiani, allora, forse, il problema non è solo dei docenti che compiono un falso ideologico, ma dell'ebraismo mondiale di matrice sionista che ha creato una casta protetta da leggi, baronie, notabili e poteri più o meno occulti.

E' su queste basi che quella lista non va cancellata o censurata, ma pubblicata da chiunque crede che la libertà di opinione, di espressione, di pensiero e azione non possono essere bloccati dalla volontà di un gruppo di fanatici sionisti semi nascosti dietro i loro dottorati e le remunerate cattedre universitarie.

Ed è sempre su queste basi, quindi, che pubblichiamo la lista di coloro che sostengono Israele come lo stato democratico per eccellenza, la terra dei diritti, il luogo di perfezione umana e che non ricordano i morti che la presenza ebraica ha prodotto nei decenni passati e che rimangono cinicamente indifferenti di fronte al dolore di un popolo oppresso da un altro popolo, invasore, colonizzatore, impietoso e inumano.

Che censurino anche noi. Saremo pronti a pubblicare la lista nuovamente, su altri blog, in altri siti. La libertà di espressione va difesa ad ogni costo e con essa la libertà di divulgare verità che possono fare male, ma che, proprio per questo, non possono essere taciute.













LA LOBBY EBRAICA PER ISRAELE ALL'INTERNO DELLE UNIVERSITA' ITALIANE.
Luzzatto Amos
 Presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane.
Meghnagi David 
Università Roma Tre, Full member IPA





ADERISCONO
Ascheri Mario, Università Roma Tre.

Bagella Michele,Università “Tor Vergata” di Roma.

Baldassarri Mario, Università “La Sapienza” di Roma.

Basevi Giorgio, Università di Bologna.

Bassan Fiorella, Università “La Sapienza”, Roma.

Beato Fulvio, Università “La Sapienza”, Roma
 
Bellelli Andrea, Università “La Sapienza”, Roma.

Benagiano Giuseppe, Università “La Sapienza”, Roma.

Bernardini Francesca, Università di Pisa

Biagini Furio, Università di Lecce.

Bordoni Manlio, Università “La Sapienza”, Roma.

Bosetti Giancarlo, Università di Roma Tre, Roma.

Bravo Anna, Università di Torino.

Brawer Anna, Università di Torino.

Burgio Alberto, Università di Bologna

Cabib Elio, Università di Udine.

Caffiero Marina, Università “La Sapienza”, Roma.

Calboli Gualtiero, Università di Bologna.

Calimani Dario, Università di Venezia.

Calogero Francesco, Università “La Sapienza”, Roma.

Camiz Paolo, Università “La Sapienza”, Roma.

Campanella Luigi, Università “La Sapienza”, Roma.

Campelli Enzo, Università “La Sapienza”, Roma.

Campos Boralevi Lea, Università degli Studi di Firenze.

Campos Emilio, Università di Bologna.

Canestri Jorge, Università di Roma Tre, Roma.

Caprara Gianvittorio, Università “La Sapienza”, Roma.

Capuzzo Dolcetta Roberto, Università “La Sapienza”, Roma.

Cayre Yvon, Università “La Sapienza”, Roma.

Ceccherini Pier Vittorio, Università “La Sapienza” di Roma.

Cerulli Luciano, Università di Tor Vergata, Roma.

Cerutti Fusco Annarosa, Università “La Sapienza”, Roma.
Cipriani Roberto, Università di Roma Tre.

Coen Giorgio, Università “La Sapienza”, Roma.

Colarizi Simona, Università “La Sapienza”, Roma.

Compagnoni Roberto, Università di Torino.

Consarelli Bruna, Università di Roma Tre.

Contini Bruno, Università di Torino.

Corbellini Gilberto, Università di Roma "La Sapienza".

Corradini Luciano, Università di Roma Tre.

Corsetti Renato, Università di Roma "La Sapienza".

Cremaschi Marco, Università di Roma Tre.

Cristiani Marta, Università “Tor Vergata” di Roma.

Cubelli Roberto, Università di Torino

Dall’Aglio Giorgio, Università “La Sapienza” di Roma.

Della Cananea Giacinto, Università Federico II di Napoli

D'Amato Marina, Università di Roma Tre.

D’Antonio Mariano, Università di Roma Tre.

De Arcangelis Giuseppe, Università di Bari.

De Concini Corrado, Università di Roma "La Sapienza".

De Plato Giovanni, Università di Bologna.

Di Cesare Donatella, Università “La Sapienza”, Roma.

Diamanti Ilvo, Università di Urbino.

Di Castro Carlo, Università “La Sapienza”, Roma.

Di Chio Giuseppe, Università di Torino.

Di Giulio Marco, Università di Firenze.

Di Porto Bruno, Università di Pisa.

Disegni Silvia, Università di Napoli Federico II, Napoli.

Dondero Franco, Università “La Sapienza”, Roma.

Donno Antonio, Università di Lecce.

Fargion Daniele, Università “La Sapienza”, Roma.

Fattori Marta, Università “La Sapienza”, Roma.

Ferrara Alessandro, Università di Tor Vergata, Roma.

Fieschi Cesare, Università “La Sapienza”, Roma.

Foa Anna, Università “La Sapienza”,Roma.

Freschi Marino, Università di Roma Tre, Roma.

Fuà Lorenzo, Università di Macerata.

Galli della Loggia Ernesto, Università di Perugia.

Garrone Edoardo, Politecnico di Torino.

Giorcelli Cristina, Università di Roma Tre, Roma.

Giuliani Rita, Università “La Sapienza” di Roma.

Goglia Luigi, Università di Roma Tre.

Gramigna Anita, Università di Ferrara.

Grilli di Cortona Pietro, Università di Roma Tre.

Grutter Ghisi, Università di Roma Tre.

Hassan Claudia, Università di Roma Tre.

Ingrao Bruna, Università “La Sapienza”, Roma.

Israel Giorgio, Università “ La Sapienza” di Roma.

Lanchester Fulco, Università “La Sapienza” di Roma.

Lanciani Giulia, Università di Roma Tre, Roma.

Leuzzi Maria Cristina, Università di Roma Tre.

Levi Fabio, Università di Torino.

Levi Raffaello, Politecnico di Torino.

Levi Della Torre Stefano, Politecnico di Milano.

Levy Danielle, Università di Macerata.

Longo Nicola, Università di Chieti.

Luchetti Marcello, Università di Roma Tre.

Machì Antonio, Università “La Sapienza”, Roma.

Maffettone Sebastiano, Università Luiss-Guido Carli di Roma

Magnarelli Paola, Università di Macerata.

Mannheimer Renato, Università Bicocca di Milano.

Manzocchi Stefano, Università di Perugia, Università Luiss-Guido Carli, Roma.

Maragliano Roberto, Università di Roma Tre.

Marchetti Valerio, Università di Bologna.

Marietti Piero, Università “La Sapienza”, Roma.

Marramao Giacomo, Università di Roma Tre.

Martinelli Adriana, Università di Cassino

Marzano Ferruccio, Università di Roma “La Sapienza”.

Mazzamuto Salvatore, Università di Roma Tre.

Melloni Alberto, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Montani Pietro, Università “La Sapienza” di Roma.

Mordenti Raul, Università “Tor vergata” di Roma.

Morrone Adele, Università “La Sapienza”, Roma.

Mortara Elèna, Università “Tor Vergata”, Roma.

Mugnai Paolo, Università “La Sapienza” di Roma.

Nelken David, Università di Macerata
NIRENSTEIN FIAMMA
Nivarra Luca, Università di Palermo.

Nocifora Enzo, Università “La Sapienza”, Roma.

Novelli Giuseppe, Università “Tor Vergata” di Roma.

Oliverio Alberto, Università “La Sapienza” di Roma.

Oliverio Ferraris Anna, Università “La Sapienza” di Roma.

Ottolenghi Emanuele, St. Antony’s College Oxford, Inghilterra.

Ottolenghi Livia, Università “La Sapienza”, Roma.

Pallottino Giovanni Vittorio, Università “La Sapienza” di Roma.

Pancera Carlo, Università di Ferrara.

Peppe Leo, Università di Roma Tre.

Perfetti Francesco, Università Luiss-Guido Carli, Roma.

Picardi Nicola, Università di Chieti

Piccione Vincenzo Antonio, Università di Roma Tre.

Piga Gustavo, Università “Tor Vergata”di Roma.

Pinelli Cesare, Università di Macerata.

Pinter Annalisa, Università di Ferrara.

Piperno Aldo, Università Degli studi di Napoli Federico II.

Pitzalis Mariavittoria, Università di Bari.

Pitzalis Mario, Università di Bari.

Pompejano Valeria, Università degli studi Roma Tre.

Pons Silvio, Università "Tor Vergata" di Roma.

Pontecorvo Clotilde, Università “La Sapienza”, Roma.

Prastaro Agostino, Università “La Sapienza”, Roma.

Procesi Lidia, Università di Roma Tre.

Righetti Marco, Università di Ferrara.

Rossi Pinelli Orietta, Università “La Sapienza”, Roma.

Rusconi Gian Enrico, Università di Torino.

Saban Giacomo, Università “La Sapienza”, Roma.

Sacerdoti Giorgio, Università Bocconi di Milano

Salomoni Antonella, Università della Calabria.

Saraceno Sara, Università di Torino.

Sardoni Claudio, Università di Roma "La Sapienza".

Scaraffia Lucetta, Università di Roma “La Sapienza”.

Simone Raffaele, Università di Roma Tre.

Sinigaglia Roberto, Università di Genova.

Sofia Francesca, Università di Bologna.

Somogyi Giovanni, Università di Roma “La Sapienza”.

Sonnino Eugenio, Università “La Sapienza”, Roma.

Spada Paolo, Università “La Sapienza”, Roma.

Spizzichino Fabio, Università “La Sapienza”, Roma.

Stella Salvatore, Università di Chieti.

Tabusi Massimiliano, Università per stranieri di Siena.

Tagliagambe Silvano, Università di Sassari.

Teodori Massimo, Università di Perugia.

Tranfaglia Nicola, Università di Torino.

Trevese Dario, Università “La Sapienza”, Roma.

Trincia Francesco Saverio, Università “La Sapienza”, Roma.

Tucci Gianrocco, Università di Roma "La Sapienza".

Veca Salvatore, Università di Pavia.

Veltri Giuseppe, Università di Halle-Wittenberg (Germania)

Vignuzzi Ugo, Università di Roma "La Sapienza".

Violani Cristiano, Università “La Sapienza”.

Volli Ugo, Università di Torino.

Zaslavsky Victor, Università Luiss-Guido Carli, Roma

Zatelli Ida, Università di Firenze.

Zecchini Mirella, Università di Roma Tre.
Tutti i nomi elencati fanno parte della prima lista apparsa sul Corriere della Sera del 14 maggio 2005. Le persone citate pagarono la pagina sulla quale fecero pubblicare i loro nomi come firmatari della lista pro Israele. I blog che hanno pubblicato anni dopo la lista voluta e firmata dai nominativi presenti, sono stati oscurati o non risultano essere più presenti le pagine dove appariva tale lista. Ci attendiamo di vedere se la stessa cosa succederà anche al nostro giornale.

5 commenti:

  1. vergognatevi!!! voi non siete popolo d'Italia, ma la vergogna d'Italia!!!
    Gli ebrei meritano le scuse e la mortificazione di tutta Europa!!!

    Anna da Trieste

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    Risposte
    1. sono gli ebrei che devono vergognarsi.Loro devono chiedere scusa al popolo italiano per il male fatto con il fascimo.se ancora nessuno lo sapesse ancora,il fascomo fu fondato da ebrei.sono loro che devono spiegare poi il perchè hanno adottato le leggi razziali contro i propri correligionari.

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    2. gli ebrei sionisti dovrebbero vergognarsi per quello che fanno in palestina, una cosa schifosa ... e i "nostri" ebrei fanno schifo ancora di più per il loro silenzio complice.
      Dopo la shoah sono diventati come i nazisti ... altro che scuse ...

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  2. gli ebrei sionisti dovrebbero vergognarsi per quello che fanno in palestina, una cosa schifosa ... e i "nostri" ebrei fanno schifo ancora di più per il loro silenzio complice.
    Dopo la shoah sono diventati come i nazisti ... altro che scuse ...

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  3. Una precisazione:
    la lista dei professori universitari che aderirono all'Appello x israele promosso dal presidente della lobby ebraica romana tale Amos Luzzato era in realtà composta da oltre 700 nomi non tutti ebrei e non tutti ebrei iscritti alla Comunità ebraica di Roma.
    Lo stesso presidente della comunità ebraica estrapolò lui stesso, da questi 700 nominativi solo i nomi di 162 professori ebrei e aderenti alla Comunità(che è una oeganizzazione privata). Lo stesso quindi pubblicò unitamente all'appello anche tale lista di 162 ebrei sul sito ufficiale della Unione delle comunità ebraiche italiane proprio al fine di evidenziare la matrice ebraica dell'appello.
    Tale lista di 162 ebrei fu poi copiata dal sig.Munzi e pubblicata sul suo blog al fine di evidenziare la matrice sionista quindi non italiana dell'organizzazione comunemente definità Comunità ebraica.

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"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

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