giovedì 30 giugno 2011

Un popolo di coglioni

Come tutti gli anni arriva il momento in cui il governo ci preannuncia la nuova finanziaria(47 miliardi di euro in tre anni). Un regalo a scadenza annuale a cui gli italiani si sono abituati solo perché non hanno ancora capito quali sacrifici comporta e a chi vanno i soldi che vengono depredati dalle loro tasche. Il cittadino medio, quello che vive per lavorare e che divide il suo stipendio tra il supermercato e il proprietario dell’immobile dove vive in affitto (o la banca con la quale ha in attivo il mutuo), si pone solo il problema della propria sopravvivenza.
E come dargli torto. Chi ha famiglia e figli comprenderà facilmente le preoccupazioni che si hanno per arrivare a mettere il pane in tavola ogni giorno, per 365 giorni. Ma la mancanza di conoscenza sul valore delle finanziarie e sul fine ultimo di queste è una pecca che ricade anche sul cittadino medio, sul lavoratore che spacca il centesimo per onorare i suoi debiti. Se il cittadino sapesse che le finanziarie servono per pagare solo una parte degli interessi imposti dalle banche alloStato, dietro un raggiro economico finanziario meglio conosciuto con il nome di signoraggio e derivati, probabilmente capirebbe che la spremitura annuale del suo portafogli non solo sarà eterna, ma diventerà sempre più forte, sempre più esigente. Quando capirà che i suoi soldi vanno nelle casse delle banche e che il famigerato “debito pubblico” non esiste, che è un prodotto virtuale inventato dalle banche per meglio fottere le economie delle famiglie italiane, forse, il cittadino medio comincerà ad incazzarsi ed a capire che la sua corsa quotidiana, le sue preoccupazioni economiche non sono causate dalla sua incapacità nel sostenere spese maggiori rispetto agli incassi, ma che egli è soltanto una pecora posta all’interno di uno steccato costruito dagli istituti di credito i quali hanno messo i loro politici a guardia del gregge di cui fa parte. Un gregge tosato fino alla pelle e che una volta finita la lana viene sgozzato senza tanti complimenti.Ecco, se l’italiano medio capisse questo meccanismo e si accorgesse di essere ostaggio di pastori avidi, corrotti e senza scrupoli, forse capirebbe anche che esiste una informazione depistante e corrotta che trasmette notizie frammentarie, e spesso inesatte, (quando non le occulta), su quanto succede negli altri paesi dove altri cittadini  sono usciti dal circuito del rincoglionimento mediatico. Si renderebbe conto che la rivolta dei greci nei confronti del proprio governo, ormai totalmente in mano alle banche europee che dettano leggi e condizioni economiche da suicidio collettivo, non è una scaramuccia tra facinorosi, ma è l’incrinatura di un sistema economico finanziario controllato dalle banche che non regge più. Se il cittadino medio si fermasse un attimo e notasse che la rivolta greca ha preso piede anche inSpagna, comprenderebbe che quell’incrinatura è più vasta di quanto i giornalisti prezzolati, camerieri e servi dei grandi poteri, dicono.Se poi sapesse che l’informazione di stato ha tolto da tutti i telegiornali e quotidiani la notizia riguardante popolo islandese, il quale si è ribellato ferocemente contro il proprio governo e contro le banche tanto da destituire i suoi ministri e nazionalizzare gli istituti di crediti ai quali non ha dato più neanche un centesimo, forse, l’uomo medio italiano, comincerebbe a correre meno nell’affannosa ricerca di denaro da convogliare nelle banche e nelle multinazionali dei grandi centri alimentari e comincerebbe a scendere in strada, ad ascoltare, a riunirsi, a formare gruppi, a porsi domande, a cercare risposte dai palazzi di potere, ad aumentare il passo verso questi per arrivarci prima, perché intanto la sua famiglia muore di fame o è a rischio povertà, a correre per arrivare con più forza contro gli scudi del potere che nel frattempo ha chiamato i gendarmi in sua difesa, a sfondare le porte dei palazzi dove vegetano non più ministri e deputati, ma re, principi e dame di corte, tutti completamente distaccati dalla realtà, lontani anni luce dalle esigenze di un popolo intero. Il cittadino medio inizierebbe a scaraventarli giù dai balconi, dalle scale, ad impiccarli senza tante cerimonie ai preziosi lampadari che adornano le sale principesche di cui hanno preso pieno possesso. Inizierebbe a seppellirli nell’immondizia in cui sta morendo il Sud, (perché il problema non si ferma solo a Napoli ma è molto più vasto di quello che viene fatto sapere). In poche parole, l’uomo medio si rivolterebbe e farebbe piazza pulita di banche, banchieri, sgherri e gendarmi politici. Poi inizierebbe a rimettere in piedi la propria nazione bandendo multinazionali e alta finanza ed imponendo regole più severe ed un controllo statale ferreo su quelle nazionali. Invece no. Il cittadino medio italiano apprende distrattamente della rivolta greca e spagnola e poi, subito dopo, riesce finalmente a sapere qual’e’ il pericolo maggiore che incombe sulla sua testa: l’afa estiva che “stranamente”, a fine giugno, si è manifestata nelle grandi città. E così continua la farsa che vede le banche sempre più ricche ed una nazione sempre più povera. Questo anche grazie all’informazione corrotta e controllata che esige l’ascolto di un popolo di coglioni.

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"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

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