venerdì 20 maggio 2011

Sulle elezioni

Pane e circo 

“Provare un qualsiasi interesse per le Amministrative Italiane , puo’ equivalere ad una insana curiosita’ per una rissa tra ladri di polli “
Puo’ sembrare una dichiarazione di autoesclusione dalla gestione dei destini della Nazione ma in realta’ e’ l’unica reazione coerente e realistica ad un disastro di principio ancora prima che collettivo.
La nomina di un sindaco e del suo Entourage di tagliaborse , non cambiera’ di una virgola la nostra realta’ per tutta una serie di ragioni.
La prima, e’ che il “primo cittadino” di un agglomerato urbano Italiano opera agli ordini inflessibili di un partito acquattato nella capitale come componente organica di uno Stato che ha fatto del proprio ruolo parassitario una religione e che in questo senso, si esprime su tutto il territorio della Repubblica. La seconda e non meno evidente verita’, e’ che un sindaco Italiano per i privilegi innegabili della sua transitoria condizione non e’ chiamato ad esprimere un ruolo “specializzato” nella applicazione delle sue funzioni ma piuttosto una performance autodidattica. In altre parole, un avvocatello di provincia assurto alle cronache per il suo coefficiente di controllabilita’, non ha la minima idea all’inizio del suo mandato, di cosa sia una problematica urbanistica, sanitaria, amministrativa, ecologica o produttiva. Questa incontrovertibile realta’ rende la figura del tipico amministratore locale Italiano, poco credibile e certamente non propedeutica alle reali necessita’ della popolazione che vive ovunque la necessita’ di tecnici capaci e non di sperimentatori circondati di geometrucoli , contabili e vigili urbani.
Eppure il rito ciclico delle amministrative ha una importanza vitale per il sistema, perche’ garantisce la connettivita’ del tessuto di controllo del territorio in termini politici, partitici,  clientelari. Si tratta di una scuola di formazione per chi ha ambizioni istituzionali, un banco di prova per uomini di regime privi di visioni al soldo di una casta piramidale alla quale aspirano come fine ultimo.
Si è passati quindi dall’iconico sindaco alla Guareschi affiancato da Parroco e Maresciallo ad un burocrate riccamente remunerato che nella sua nicchia comunale distribuisce in modo cardinalizio il denaro della comunità Nazionale alla sua rete di sostenitori, utilizzando il principio incontestabile di una tacita compatibilita’ di setta.
Eppure anche questo aspetto quasi “tenero” della vita pubblica Nazionale scricchiola come tutta la impalcatura del sistema sotto i colpi di una realta’ che muta globalmente e progressivamente in modo incomprensibile al provincialismo Italiota. Lo stesso che ritiene intimamente che i meccanismi geopolitici ed economici dell’Italia siano garantiti a perpetuita’ da una sorta di decreto Divino , nonostante le crisi mondiali, nonostante i mutamenti di assetto, nonostante tutto, nella convinzione pizzaiola che la nottata, prima o poi…debba passare .
Eppure nulla sarà come prima. Non potrebbe esserlo quando il carburante costa al litro piu’ dell’acqua oligominerale in un paese lungo e stretto che persiste con una non chalence tutta mediterranea nel trasporto su gomma. Quando la qualita’ della vita, varia drammaticamente a vista lungo una dorsale trascurabile di meno di mille chilometri. Quando economie emergenti aggrediscono da una distanza di 15.000 chilometri una Nazione che ha perso la capacita’ di creare qualita’ e con questa, la sua competitivita’ in uno scenario occupazionale da celebrazione della incertezza. E nello svilupparsi di questa evoluzione negativa del tutto, che le amministrative Italiane indicano il singulto di una agonia e non certamente l’espressione di una vitalita’ “Democratica" e sopratutto come prova generale alle Politiche che già  si profilano nel collasso di consensi per i predatori del turno in corso e in attesa dei prossimi.
A noi non rimane che assistere alla erosione strutturale del NEMICO e naturalmente sottrarci al gioco immorale della partecipazione ai riti di regime, guadagnandoci ancora una volta il titolo di RIBELLI che preferiamo a quello di COMPLICI.
Claudio Modola
CONFEDERATIO
fonte: Confederatio
token di technorati TDG4NP5H43ZC

Nessun commento:

Posta un commento

Oggi come ieri

"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

Il Popolo d'Italia su facebook