lunedì 18 luglio 2011

Il museo degli orrori


Accumulare dimostrazioni delle ordinarie nefandezze del sistema che ci “regge e governa” è una forma di collezionismo per pochi amatori; certamente il cittadino comune se ne sbatte altamente, preoccupato com’è di salvaguardare unicamente il proprio stato di comfort in un raggio che non va oltre la propria abitazione più qualche necessaria estroflessione come quella che lo tiene aggrappato al conticino in banca.

Al di fuori dello stato di comfort, può succedere qualunque cosa, nulla più impressiona o scuote il cittadino medio, abituato a fornire prove continue di sovrumano masochismo; non c’è scandalo, non c’è crimine, non c’è abuso dei “rappresentanti del popolo” che possano indurlo per un attimo a dire basta a questo sistema.

 E’ una premessa, quella appena fatta, per precisare che quanto si legge in queste righe è più una intima riflessione fatta ad alta voce che una denuncia rivolta al popolo ignaro, che invece nulla ignora ma tutto sopporta e permette.

Allo stato attuale delle cose, bisogna per forza essere stati plagiati in modo sopraffino per non realizzare con chiarezza che il nostro sistema partitocratico, basato sulla rappresentanza indiretta dei partiti e degli eletti del popolo, sia lontano dalla democrazia molto più di tante dittature e poco meno di alcune tirannie. Sarebbero ormai diversi decenni che non regge più la favola dei partiti e degli eletti al Parlamento che rappresentano gli interessi del popolo e degli strati sociali più deboli o addirittura operano per il bene comune e per la Nazione.

Come la monnezza nelle vie di Napoli, così intorno al Parlamento si accatastano cumuli di onorevoli mafiosi, onorevoli corrotti, onorevoli ladri, consiglieri mal-affaristi di ministri ed ex ministri, giudici rinomati e ufficiali della G.F. integerrimi prima di scoprirsi corrotti ed infedeli, investigatori di alto grado delle forze dell’ordine eroi dell’antimafia prima di scoprirsi al soldo della criminalità. Cumuli di una umana spazzatura specchio veritiero delle attuali istituzioni repubblicane, a cui nessuno ha ancora dato fuoco.

E ancora tanti non sono persuasi che chi siede, anzi bivacca, tra le morbide poltrone di Montecitorio e di Palazzo Madama altri non rappresenti se non sé stesso e le lobbie a cui appartiene, altri interessi non curi se non quelli personali e dei potentati e delle caste che sostiene.

Aggiungiamo dunque, da collezionisti appassionati, l’ennesima chicca confezionata dalla più potente delle lobbie parlamentari, quella degli avvocati, in occasione del recente voto parlamentare alla tanto attesa e discussa Legge finanziaria che sarà vigente fino al 2014.

In un clima di chiamata generale alla difesa nazionale, a seguito degli ultimi attacchi da parte della finanza speculativa internazionale portati alle nostre banche, alla Borsa ed al debito sovrano, tutto l’arco parlamentare ha deciso di facilitare l’approvazione della manovra finanziaria, con l’opposizione di sinistra che responsabilmente –per una volta- ha voluto per questo rinunciare ad ogni ostruzionismo. Infatti, una celere approvazione della Legge, avrebbe contribuito a trasmettere un forte segnale di forza e coesione nazionale nei confronti degli speculatori e dei mercati, facendo allentare la pressione sull’Italia.

Così è stato, al di là del merito dell’insieme dei provvedimenti approvati. Una rarissima prova di coesione ed unità nazionale che ha scongiurato il peggio.

Ma gli onorevoli avvocati della stessa maggioranza, 80 alla Camera e 47 al Senato, hanno ben pensato di fregarsene dell’interesse nazionale in gioco pur di difendere con le unghie e con i denti i propri privilegi professionali. Il giorno prima di quello previsto per l’approvazione della manovra alla Camera, gli 80 sciagurati, certamente con la implicita approvazione dei colleghi d’opposizione, hanno raccolto le proprie firme in calce ad un documento con il quale esigevano, pena il voto contrario, la eliminazione di alcune norme che prevedevano l’abolizione degli ordini professionali e la conseguente liberalizzazione tariffaria di molti settori, compresi notai ed avvocati. Gli onorevoli infami, supportati dai colleghi senatori, hanno chiaramente fatto intendere che non scherzavano affatto e che avrebbero messo in atto la loro minaccia, anche se ciò avrebbe comportato le dimissioni di Tremonti e la caduta del governo Berlusconi, oltre alla mancata approvazione della finanziaria e la consegna dell’Italia nelle mani della più feroce speculazione mondiale. Uno scenario da incubo che questa lobbie di ratti repellenti non avrebbe esitato a scatenare, pur di salvaguardare i propri interessi. Inutile dire che il governo ha ceduto ed ha stralciato i provvedimenti presi di mira.

Un’altra perla, dunque, da infilare nel museo degli orrori di regime.


fonte:www.avehesperia.it/blog

Nessun commento:

Posta un commento

Oggi come ieri

"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

Il Popolo d'Italia su facebook