giovedì 21 luglio 2011

Nulla di nuovo sotto il sole

Cari Italiani, come va? Come procede la vostra vita? Siete contenti? Felici? Soddisfatti?
Beh, anche per quest'anno avete potuto programmare le vostre vacanze, benché ridotte. Siete riusciti a pagare il mutuo, anche se con  molta fatica. Avete potuto chiedere le ferie ai vostri capi o chiudere i vostri uffici, anche se rischiate di non trovare più nulla al vostro ritorno. In poche parole, l'anno è finito e le vostre vacanze sono iniziate.

Nulla può farvi rinunciare al sacrosanto momento tanto atteso. E si, perché per gli italiani l'anno finisce a luglio o agosto, a secondo del periodo di ferie prescelto. Il 31 dicembre è una formalità da calendario, che segna più una corsa ai negozi che la chiusura definitiva di un anno con l'inzio di quello nuovo.
Anche quest'anno, quindi, mare, montagna, alberghi e campeggi stanno vedendo la presenza degli italiani, forse con meno soldi in tasca, ma con la stessa voglia di volersi estraniare dai problemi quotidiani, rimandando al ritorno in città la ripresa dei soliti grattacapi.

Che strano il nostro popolo, si lamenta, strilla in piazza, si mostra indignato, incazzato o impaurito, ma di fronte alle ferie cambia atteggiamento, si dimentica dei suoi stati d'animo che lo hanno invaso negli altri undici mesi. Forse quello italiano è l'unico popolo che non si reso ancora conto del pericolo verso il quale sta andando e di quanto gli sia vicino, tanto vicino da supporre che, con tutta probabilità, per gli anni a venire, le vacanze potrà solo sognarsele come un bel ricordo dei tempi andati.

All'italiano medio non preoccupano le guerre accese ad un passo da casa sua, né gli attacchi degli speculatori stranieri al sistema economico della nazione. Forse pensa che i problemi sono di un altro. O crede che il sistema economico nazionale non sia di sua pertinenza, in quanto suppone che l'unica economia alla quale deve prestare attenzione è la sua, quella di casa propria. Un modo davvero maccheronico di valutare con la dovuta importanza quanto gli succede intorno.

In questo periodo il maccheronico italiano pensa all'abbronzatura, alla caccia delle prede femminili, al rilassamento più completo, all'estranietà da ogni problema personale e sociale. Quando si torna si vedrà. Questo è il pensiero dell'italiano disteso sotto gli ombrelloni delle spiagge nazionali.
Già, quando tornerà, si vedrà. E ancora una volta non farà nulla. Accetterà borbottando l'aumento delle spese, le ruberie dei politici, le ingiustizie di una giustizia sempre più latitante, i tassi da usura applicati dalle banche, i sistemi camorristi messi in atto dall'agenzia delle entrate e via discorrendo.

All'italiano, ancora una volta, non entrerà in testa il fatto che il crollo del sistema economico nazionale non è una cosa che riguarda altre persone, ma che colpisce lui in primis. Lo colpisce attraverso le bollette della luce, del gas, dell'acqua. Lo colpisce ai distributori di benzina, nei supermercati, nei negozi di abbigliamento. Lo colpisce nelle tasse, nei servizi sociali sempre più carenti e sempre meno efficaci. Lo coinvolge nella sanità quando muore negli ospedali o quando non trova le strutture d'urgenza pronte ad accoglierlo dopo un incidente stradale, un infarto, un malore.  Lo colpisce quando entra nelle scuole di stato, dove trova libri costosissimi ed edifici che crollano sulle teste dei sui figli. Lo colpisce ancora quando sua moglie, sua sorella, sua madre sono vittime di una criminalità devastanze e molto spesso di matrice straniera. Stupri, violenze, rapine in appartamenti, scippi, furti, fanno tutti parte di una economia nazionale allo sbando. Lo colpisce quando giudici incapaci, impietosi e forse ignoranti, concedono ai criminali attenuati tali da consentire la loro libera circolazione per le strade e la perpetrazione dei crimini.

No, per l'italiano medio con le palle al sole, il sistema economico nazionale è un'astrazione la cui competenza è di altri, magari degli omini verdi di qualche pianeta appartenente a chissà quale galassia. Ora non dobbiamo distrarlo dal tuo meritato riposo. Nessuno vada a dirgli che la finanziaria da 43 miliardi di euro varata per i prossimi tre anni - eslcudendo ritocchi aggiuntivi - impoverirà il suo badget familiare ripercuotendo sul suo lavoro,sui suoi beni, su ogni cosa di cui dispone. Nessuno vada a dirgli che i soldati italiani stanno morendo per salvaguardare gli interessi stranieri, che a palazzo Madama e Montecitorio sono più i ladri ed i corrotti che i politici onesti e che  gli uni e gli altri continuano a varare leggi che salvaguardano i loro interessi e quelli dei loro padroni banchieri a danno dei suoi averi e del suo futuro. Per carità. Lasciatelo friggere al sole, all'ombra di culi abbronzati, di tette color ambra, di passere da intravedere nei ridottissimi costumini di femmine attente alla propria voluttà e all'immagine di se stesse.

Dirgli che fra qualche anno rischia di girovagare per le strade della sua città rovistando nei bidoni dell'immondizia, come fanno molti extracomunitari venuti in Italia con la speranza di trovare un posto al sole, potrebbe rovinargli il sacrosanto momento delle ferie ad ogni costo.

Davanti all'ottusità e all'imbecillità di questa parte di popolo è meglio che non si speri niente. Rimarrebbero i soliti passivi parassiti incapaci di capire i pericoli verso i quali stanno mandando persino i loro figli.

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"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

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