mercoledì 31 agosto 2011

Le colpe di una generazione

Riappropriarsi di ciò che ci appartiene non è solo un nostro dovere ma è un diritto sacrosanto ed inalienabile. Le ultime manovre economiche che lo Stato ha sancito inaspriscono ancora di più i rapporti tra cittadino e istituzioni. Di contro le banche aumentano la loro autonomia diventando sempre più gli sgherri di uno stato che pensa soltanto a togliere il potere d'acquisto alla popolazione per foraggiare i banchieri, ovvero coloro che sono stati i diretti responsabili di questo stato di cose.
Tra le ultime trovate c'è quella che ha ridotto ulteriormente la possibilità di prelevare denaro contante dagli sportelli bancari. Da 12.500 euro si era passati inizialmente ad un tetto massimo di 5.000 euro. Dal 13 agosto di quest'anno il limite si è abbassato ulteriormente arrivando alla ridicola cifra di 2.499 euro. Più di questa somma il cassiere della banca non potrà concedere a colui che ne farà richiesta.

Insomma siamo totalmente ostaggio delle lobbie bancarie e finanziarie. Ai piccoli risparmiatori non viene concessa la possibilità di prelevare denaro contante mentre agli istituti bancari è concesso il privilegio di prendere i nostri soldi e tenerli segregati nei loro forzieri creando così ingenti capitali con i quali operare a loro esclusivo vantaggio trafficando in operazioni più o meno lecite.

Ma, a quanto pare, la riduzione del prelevamento in contanti è stato effettuato per evitare ulteriormente l'evasione fiscale. Questa è la bufala che ci è stata propinata. E non importa se la mancanza di contanti non permette alcuna ripresa economica, se ogni movimentazione di denaro ha un costo che potrebbe essere evitato - e che va a beneficio delle banche. C'e' da chiedersi a questo punto se, ad un proprietario di un negozio qualsiasi, convenga versare sul suo conto corrente il contante derivante dalla vendita della sua merce senza che poi abbia la possibilità di prelevarlo. Tanto vale farsi mettere una buona cassaforte in casa propria e diventare banchieri di se stessi. Un metodo questo che dovrebbe essere preso e messo in atto da chiunque si trova nella possibilità di maneggiare denaro.

L'idea di mettere in banca i propri soldi ha origini lontane. Arriva da un tempo in cui conveniva versare agli istituti bancari i propri risparmi perché questi godevano di una piccola rivalutazione data dagli interessi di conto corrente. Ma oggi che questi interessi non esistono più non ha alcun senso dare i propri soldi ai banchieri i quali, nel frattempo, se da una parte tengono sempre più stretta la moneta, dall'altra stanno spingendo lo stato a liberarsi di quel poco di oro ancora rimasto nella Banca d'Italia per potersene impossessare.

Per mettere in atto il loro piano vampiresco hanno chiamato in causa il caro Romano Prodi, quello che ha svuotato l'Iri ed ha fatto crollare la Cirio. Insomma un buon elemento, per le banche, da riportare agli onori della cronaca e da investire di poteri decisionali nel campo economico. Il buon Prodi, dopo averci tirato dentro la trappola dell'euro che da un giorno con l'altro ha dimezzato il nostro potere d'acquisto, sta adesso mettendo in piedi un progetto economico che dovrebbe vedere la creazione di un fondo monetario europeo in cui l'Italia inserirebbe qualcosa come 79 miliardi in once d'oro da prelevare dalle riserve aurifere della Banca d'Italia più altri 79 miliardi derivanti dalle azioni di società appartenenti al Ministero dell'Economia (Eni, Enel, Finmeccanica, Poste ecc..) e che non sono privatizzabili a causa dei prezzi di mercato.

In un colpo solo ci dovremmo "liberare" di quasi l'80% delle nostre riserve aurifere e di una buona parte delle nostre strutture energetiche e industriali. E per cosa? Per dare all'Euro una stabilità che non riuscirà mia ad avere fino a quando esisteranno persone come l'ebreo Soros le cui fortune derivano dalle scommesse sul crollo delle monete, cosa che gli ha fruttato fiumi di soldi con i quali si parerebbero i conti di tutte le nazioni che oggi sono in debito con le banche. Soros ha un potere economico spaventoso. Con i suoi interventi finanziari ha la possibilità di affossare l'economia di una nazione. E' come una nuvola nera di locuste che quando decide di abbattersi su un popolo non lo lascia fin quando non gli ha tolto ogni potere economico e commerciale e fin quando non ha ridotto a zero il potere d'acquisto di quella nazione. Una sciagura umana insomma che nessuno ha mai pensato di ingabbiare buttando la chiave in una latrina. E nell'indifferenza e disinteresse verso questo cancro maligno il Prodi nazionale sta pensando di distruggere definitivamente l'economia della nazione italiana. Un altro flagello che fa il paio con l'ebreo stramiliardario.

Il progetto presentato da Prodi, insomma, punta alla possibilità di creare delle garanzie con cui chiedere ulteriori prestiti alle banche con scadenza a lungo termine. In sostanza, con il depauperamento delle riserve aurifere e con la vendita delle azioni delle più importanti società non ancora privatizzate, non si chiudono né debiti, né si bloccano gli interessi passivi, ma si creano i presupposti per ottenere altri prestiti, quindi altri debiti, altri tassi di interesse, altri buchi neri nell'economia e nella finanza italiana.

Un vero colpo di genio quello del professore bolognese. Abbiamo un debito? Bene allora facciamone un altro più grande per chiudere il primo. Poi ne faremo un terzo ancora più grande per chiudere il secondo e  così via. Fin quando non avremo più nulla da dare e saremo alla mercé delle banche che detteranno i loro voleri senza che nessuno potrà alzare un dito per bloccarli. Questa è lil futuro che ci stanno costruendo, per noi e per i nostri figli. Un futuro fatto di debiti e di ebrei ricchi che scommettono sulla morte delle nazioni, un futuro in cui le società esisteranno se le facce da porci dei banchieri grugniranno a favore e non contro, un futuro nero, in cui non si potrà avere la possibilità di decidere liberamente di come disporre dei propri risparmi, tenuti segregati sotto custodia dai grassi banchieri e dai loro camerieri politici.

E mentre si sta delineando questo scenario che potrà essere cambiato solo con una rivolta popolare, vengono a raccontarci che la risoluzione dei problemi economici e debitori del nostro paese può essere trovata solo se tutti pagheranno le tasse, ovvero solo se non ci sarà più evasione fiscale. E chi è l'ente che dovrebbe fare in modo che l'evasione fiscale venga scoperta e debellata? L'agenzia delle entrate, ovvero i casalesi di Stato, quelli che impongono interessi così alti, con l'aggiunta di spese e more su cui si pagano altri interessi, da non permettere in alcun modo una possibile ripresa da parte di chi capita nelle maglie di questa associazione di personaggi che non hanno esitato ad usare il loro potere conferito dallo Stato in modo iniquo, violento, cieco e cinico.

Il modo per uscire da questa crisi esiste ed è una sola. Bisogna eliminare il potere bancario togliendo il potere economico e finanziario costruito con i soldi dei cittadini. Il potere delle banche arriva dai nostri soldi. Siamo noi che concediamo i poteri che hanno i banchieri. Siamo noi che con i nostri soldi creiamo la loro forza finanziaria con la quale decidono la vita e la morte delle nazioni.

Le banche vanno eliminate o ridotte ad essere al servizio della società, come lo erano una volta. Prendiamo esempio dall'Islanda che ha dato un calcio in culo ai suoi politici, ha incarcerato i banchieri responsabili del crollo economico ed ha ripreso in mano le propria libertà e dignità di popolo.

Prodi, Berlusconi, Tremonti e tutta l'accozzaglia di lecca culo dei banchieri vanno mandati a casa senza tante cerimonie. La stessa cosa dicasi anche per quelli che dicono di essere "l'opposizione", una definizione ipocrita e falsa che mistifica le realtà delle cose. Non esiste un solo partito, un solo movimento, un solo politico di governo che non sia responsabile di quanto è accaduto in Italia. Chi non ha partecipato attivamente alla distruzione economica del nostro Paese è stato complice con il silenzio, con il disinteresse, con il menefreghismo. Questi ultimi hanno lo stesso grado di colpa dei primi.

E noi continuiamo a farci comandare da questi inetti, continuiamo a recarci alle urne per eleggerli. E davanti allo sfacelo che questa gente ha prodotto, davanti alle prospettive future peggiori di quelle odierne, davanti alla incapacità di questa gente che dovrebbe difendere gli interessi del popolo italiano, che non si ribella ai poteri forti che li comandano, noi continuiamo ad essere divisi tra rossi e neri, tra pdl e pd, tra Udc e Idv. E per sancire tali divisioni che tanto ci inorgogliscono, come caproni, una volta ogni 5 anni andiamo a dimostrare la nostra "potenza" popolare, la nostra "sovranità" nello scegliere quello meno famelico, quello meno assetato di sangue, quello meno cannibale. Perché si sceglie il meno peggio, non il migliore. E allora, se un governo non è più in grado di proteggere il suo popolo, il popolo ha l'obbligo di garantire a se stesso protezione. Con o  senza il volere di coloro che ha eletto.

Se non lo capiremo per tempo, le sciagure che hanno investito diversi paesi a noi vicini si abbatteranno sulle nostre teste. E allora sarà troppo tardi e le responsabilità degli eventi futuri non saranno più dei lacchè della politica e dei banchieri cannibali, ma nostra. La Storia tramanderà la vigliaccheria della vecchia generazione a quelle nuove. E nei tormenti ai quali stiamo destinando la vita di nostri figli, poca cosa saranno le loro maledizioni. Maggiore sarà il peso della colpa sulle nostre coscienze, che ci vedrà vecchi e inermi, incapaci di ribellarsi, come avremmo dovuto fare prima, oggi, adesso, subito!

Nessun commento:

Posta un commento

Oggi come ieri

"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

Il Popolo d'Italia su facebook