venerdì 9 settembre 2011

La pillola blu

Molte tragedie dell’umanità e gli errori piccoli e grandi di ogni uomo derivano spesso dalle illusioni. 
Esse sono la naturale difesa che la mente umana adotta per diminuire lo stato di stress di fronte alle difficoltà, agli ostacoli insormontabili, alle situazioni che sembrano non avere una facile via d’uscita ma soprattutto nascono dal desiderio di sentirsi rassicurati. A volte le illusioni sostengono una speranza per il futuro, gettando invece il seme del fallimento o dell’errore fatale, altre volte invece costituiscono l’armatura necessaria a tenere artificiosamente in piedi una struttura troppo fragile per reggersi da sola, con il risultato che, una volta svelata e svanita, tutto crolla improvvisamente.
Purtroppo le illusioni inibiscono il contatto con la realtà, ne ostacolano la percezione e compromettono il senso critico e l’uso della ragione. A tutti può capitare di divenire preda delle illusioni ma pochi sanno distinguerle ed evitarle e, quando questo accade, si finisce spesso in situazioni difficili ma quantomeno  reali e pronte per essere affrontate. 
Si potrebbero fare infiniti esempi di illusioni tipiche ma ve n’è una che negli ultimi tempi sta vacillando molto e minaccia di cadere a breve, rischiando di innescare conseguenze imprevedibili: la libertà.

Sarebbe interessante fare un sondaggio per vedere quanti italiani pensano di essere uomini e donne liberi. Presumibilmente 9 su 10 risponderebbero in modo affermativo a questa domanda, senza sapere quanto si sbagliano. Il concetto di libertà è sempre stato distorto, manipolato e male interpretato e quando qualcuno ha voluto attribuirgli il giusto valore, sottraendola appunto alla sfera delle illusioni e mettendola al servizio della crescita umana, allora si è gridato alla sua soppressione.

Oggi siamo circondati da fasulli maestri di libertà, illusionisti di professione, a cominciare dal più noto di tutti, il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Egli, infatti, ha basato tutta la sua ascesa politica sul tema della libertà, minacciata, a suo dire, dai seguaci dell’ideale comunista, ed ha perfino dato al proprio partito il nome di “Popolo della Libertà ”. Ma se per Berlusconi e per la destra la libertà c’è quando si può indisturbatamente impiegarla a scudo per  i propri affari e le proprie speculazioni, per la sinistra invece la libertà è l’illusione di poter fare tutto quel cazzo che si vuole per personale diletto (anche se poi il più delle volte la vetta massima viene toccata negli angoli bui con un fantastico joint fumante tra le dita, dato che è sempre meglio aggiungere illusione ad illusione).

Per tutti infine, la libertà è quella  esaltante sensazione di sano egocentrismo che solo il sistema vigente può garantire, assicurando in cambio ogni possibile sacrificio per la difesa della sua integrità. Al fianco della illusione della libertà agisce una seconda illusione che è quella della democrazia, altrettanto artificiosa, altrettanto pericolosa, altrettanto fatale.

Ma quando un popolo può veramente ritenersi libero, al di fuori di ogni illusione? Certamente quando si dota di ogni possibile strumento che gli consenta di poter decidere per sé stesso, quando cioè diviene in grado di determinare le proprie scelte, di tracciare la propria strada, in definitiva di essere padrone del proprio destino, senza dover subire minacce, oppressioni, ed ingerenze esterne.  Per il singolo individuo libertà vuol dire poter dare spazio alle proprie esigenze, bisogni ed aspirazioni in un quadro complessivo che presenti vantaggi a sé stesso come alla collettività, nell’interesse più grande del bene comune.

Possiamo noi, ex popolo italiano, dirci liberi se il nostro Presidente del Consiglio, per decidere la stesura diella manovra economica in stato di emergenza nazionale, la scrive, la strappa e la riscrive una ventina di volte, nel tentativo di disturbare meno cortigiani e meno caste possibili, mentre contemporaneamente una semplice nota della  Moody’s o un accenno dubbioso di Obama o una frase critica di Sarcozy o della Merkel  sull’Italia possono decidere della caduta a picco della nostra Borsa, delle nostre banche, delle nostre società e determinare il nostro crollo economico nel breve volgere di una mattinata?

Possiamo dirci liberi se i nostri soldi, il nostro lavoro e la nostra stessa vita dipendono dalla benevolenza o meno di un governo straniero,  di una volgare agenzia di rating o dall’azione criminale di una banda di speculatori finanziari? Loro gli dei, noi i loro schiavi: in questo consiste la libertà?

E mentre ci illudiamo di essere liberi cosa fanno gli illusionisti a corte? Cercano il modo di placare le ire degli dei, di invocare pietà, di promettere obbedienza eterna, fornendo in cambio le nostre vite da schiavi perenni. Gli illusionisti di corte, infami incantatori di serpenti, hanno l’ardire di chiedere ancora sacrifici ad un popolo agonizzante e non si rendono conto dei propri crimini, preda come sono anch’essi di terribili illusioni.
E’ solo questione di tempo, di sangue, di sofferenze, poi tutto crollerà spaventosamente ma forse non perderemo mai il vizio di farci delle illusioni.

Ora mi vengono in mente le parole di Ezra Pound : «Mille candele insieme fanno splendore. La luce di nessuna candela danneggia la luce di un’altra. Così le libertà dell’individuo nello stato ideale e fascista».

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"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

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