giovedì 28 marzo 2013

Cambiamenti epocali





(Editoriale di Marzo 2013)

Anno ricco di cambiamenti e sorprese. Nella politica italiana irrompe Grillo con il suo Movimento Cinque Stelle. La sua ascesa ha creato un impasse parlamentare dalle difficili soluzioni. Ma anche in Vaticano accadono fatti originali e inaspettati. 
Dopo le dimissioni di Benedetto XVI, arriva l’argentino Jorge Bertoglio, Papa gesuita, che da subito ha dimostrato la sua umiltà pregando insieme ad una folla oceanica accorsa in Piazza S, Pietro per salutare il nuovo Pontefice. Prega per Joseph Ratzinger, perché sia illuminato e protetto dalla Madonna. Poi chiede alla folla di pregare anche per lui, e si raccoglie in silenzio 
per un minuto. Davanti a lui la piazza gremita rimane in religioso silenzio e prega con lui.
Il cambio della guarda nello stato pontificio è stato veloce. La fumata bianca è arrivata alla quinta votazione. Forse è il segno che questo Papa è la persona giusta al posto giusto ed al momento giusto. Lo diranno le sue azioni future. Un fatto, però, è certo. Il Papa dimissionario se ne è andato nella preghiera ma con uno sconforto ed una rassegnazione che ha lasciato smarriti i fedeli di tutto il mondo. La sua uscita di scena ha dato il via a diverse interpretazioni. Tra le più accreditate vi è stata quella che ha visto il potere del denaro prendere piede e forza all’interno della casa del Cristo.

Emblematica l’estromissione dal Vaticano del cardinale Ettore Balestrero che, nelle ultime giornate di pontificato di Ratzinger, per suo ordine, è stato trasferito in Colombia. Il classico colpo di coda del drago morente (o dissidente)? Fatto sta che l’allontanamento del cardinale non è passato inosservato. Chi dura, invece, senza alcun danno alla sua immagine è il cardinale Tarcisio Bertone, l’eminenza grigia nominato dal Benedetto XVI segretario dello stato Vaticano nel settembre del 2006 e camerlengo di Santa Romana Chiesa nell’aprile del 2007.

Lo scenario Vaticano rimane misterioso e pieno di controversie. I giochi di potere all’interno della Città Santa non sono cessati con le dimissioni del pontefice, e certamente si acuiranno con l’insediamento del suo successore. La formazione gesuita del nuovo pontefice non permette molta immaginazione nel delineare quale sarà la sua direzione politica e quali le sue scelte nell’ambito della controversia finanziaria dello IOR. Comunque sia, la popolazione cattolica si aspetta un cambiamento radicale ed epocale dalla Chiesa, anche se i gesuiti fanno parte di un potere molto forte, profondamente radicato nell’antico più che in una visione del moderno . La loro formazione culturale è, per loro natura, restia alle innovazioni. Nel passato la Chiesa è stata responsabile di molti crimini compiuti per mano di Domenicani e Gesuiti. Al tempo della caduta del muro di Porta Pia, la giustizia dello Stato Vaticano era in mano ai Gesuiti. E le condanne a morte sono state numerose. Certo, oggi è impensabile un ritorno al passato. Ma non è detto che vi possano essere delle difficoltà per un cammino verso il futuro.

Al di là della fede cattolica e cristiana che va comunque rispettata perché ad essa si prostrano milioni di fedeli sparsi per il mondo, non va persa di vista la natura umana. E lo Stato Pontificio ha dimostrato, nei secoli passati, di non essere avulso dalla brama di potere e di denaro. Due condizioni che sono state, probabilmente, alla base delle scelte di Ratzinger.

Il Papa dimissionario, però, non ha dovuto combattere solo contro i porporati assetati di potere, ma anche con una figura che lo ha da sempre sovrastato, quella di Papa Giovanni Paolo II.

Durante tutto il periodo del suo pontificato, Joseph Ratzinger ha avuto su di se l’ombra del Papa scomparso, cosa che lo ha spesso messo in una posizione di secondaria importanza rispetto al carisma e alle grandi gesta compiute dal suo predecessore.

Per Papa Francesco le cose, almeno sotto questo aspetto, saranno diverse. Ratzinger, con la sua presenza, ha, in un certo senso, ha ripulito la strada dall’ombra permanente di Giovanni Paolo II. Al neo Papa, quindi, rimarranno gli altri problemi, quelli legati alla banca vaticana, alla pedofilia, alla brama di potere di certi cardinali, all’infiltrazione della massoneria e del sionismo, alla disaffezione di milioni di fedeli verso la Chiesa ed il Cristianesimo. Dovrà affrontare i problemi di sempre e quello che si sono materializzati ultimamente. E sono proprio questi ultimi che rischiano di destabilizzare il potere della chiesa. Questo Papa ha una grande responsabilità ed un grande compito. E tutto il mondo cattolico ha dimostrato di aver capito quanto sia importante che questo pontefice non fallisca, né che si ritiri prima del tempo. E’ probabile che nelle sue mani vi sia l’ultima opportunità perché la Chiesa ritorni ad essere il luogo delle anime e non delle banconote.


Nessun commento:

Posta un commento

Oggi come ieri

"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

Il Popolo d'Italia su facebook