martedì 12 agosto 2014

La democrazia degli imbecilli!

Una nazione in ginocchio, una crisi che sta ammazzando aziende e persone, una miseria galoppante che sta portando le famiglie al collasso, un governo assente, indifferente, lontano ed incapace di capire e risolvere i problemi della popolazione, uno stato che pensa di risolvere il problema del lavoro e della crisi aumentando le tasse e creandone altre. E il Parlamento italiano, composto da una cricca di personaggi delegittimati, pensa ad aumentare il numero dei clandestini, a migliorarne il cibo, preoccupandosi del fatto che quello che viene dato non è digeribile per il delicato stomaco musulmano. 
Un Parlamento che parla attraverso personaggi politici la cui stabilità mentale è quanto meno dubbia, soprattutto quando alcuni di questi promuovono l’idea di inserire i clandestini all’interno delle famiglie italiane, o quando viene detto che non sono i clandestini a portare le malattie, ma siamo noi a contaminarli. Una presidente della Camera che invece di prendere in considerazione i suicidi di padri di famiglia, di figli, di persone che cadono in disgrazia per aver perso il lavoro, per non essere stati più in grado di portare il pane a casa in maniera onesta ( e non ladresca come fanno certi “onorevoli”) reputa importante modificare gli aggettivi maschili portandoli al femminile, come se questo fosse il vero problema che affligge la nostra popolazione. Una forma mentis che dovrebbe preoccupare, sia perché in questo c’ è un evidente senso di inferiorità che sfocia nel delirio, sia perché non esiste la capacità di intuire quali sono i problemi da risolvere, quali sono i più importanti, imminenti, basilari. Siamo un popolo che, nel nome della democrazia, ha concesso la parola e il potere a tutti, anche a coloro che non hanno la capacità di raziocinio, ma che, in compenso, hanno il dono della parola, anche se disarticolata, inutile, se non dannosa. Persone che dovrebbero tacere sono state messe ai posti di comando di una nazione. Gente che non è in grado di capire e risolvere le questioni sociali sono state insignite di titoli onorifici e di un potere che in altri paesi sarebbero stati dati a persone con una intelligenza maggiore ed una capacità analitica decisamente superiore. Noi siamo in mano a questi “democratici” che parlano a vanvera, che promuovono assurdità, che rubano, trafficano, truffano, si disinteressano dei problemi sociali, che vivono in un mondo tutto loro, lontano dal nostro anni luce. Loro sono ai piani superiori e vedono il nostro, infinitamente più al di sotto, come il luogo da cui prendere la loro linfa vitale. E lo fanno depredando, distruggendo, usurpando, imponendo, condannando, terrorizzando, mistificando, mentendo. Un piccolo gruppo di persone che comanda una moltitudine di individui ci sta uccidendo lentamente, ci sta facendo agonizzare giorno dopo giorno. E l’Italia dorme, si interessa di calcio, di Schettino, delle scopate di tizio o di caia. Si incolla davanti alle televisioni per seguire i campionati mondiali di calcio, segue telenovelas interminabili e talk show assurdi e faziosi. E intanto la nazione muore, si spegne poco alla volta, soffocata dalle decine di migliaia di clandestini che invadono indisturbati il nostro paese, umiliata dall’Unione Europea persino dai finlandesi, un popolo di di barbari cornuti che vive in perenne contatto con il freddo polare, una razza che non ha dato nulla la mondo se non qualche renna fosforescente grazie alla tragedia di Chernobyl. Questa è l’Italia e questi sono i politici che la guidano. E noi siamo il popolo che permette tutto questo. Quando accadrà che la gente italiana, le persone del nostro paese si sveglieranno, imbracceranno qualsiasi cosa hanno a portata di mano, e uniti inizieranno a marciare verso Roma? E se questo è chiedere troppo, quando accadrà che il popolo unito deciderà di non dare più un solo centesimo a quella banda di camorristi che occupa abusivamente il Parlamento? Ecco, fin quando questo non accadrà, non avremo il diritto di vergognaci del governo che abbiamo, ma avremo il dovere di vergognarci di noi stessi, per non aver fatto nulla di reale, di concreto, per destituire questo governo di lordi, di inaffidabili, di ipocriti, di anti italiani. Noi abbiamo il governo che ci meritiamo e se non lo cambieremo in un modo o in un altro avremo ciò che ci meritiamo anche nel futuro. Diversamente, alziamoci dalla poltrona di casa prima che ci vengano a togliere anche quella e iniziamo ad organizzare una qualsiasi forma rivoluzionaria, purché porti alla caduta di questo avvilente e dannoso governo di camerieri imbalsamati asserviti ad un sistema bancario – industriale internazionale che si fermerà solo quando ci vedrà schiavi o morti. Se moriremo o se verremo schiavizzati sarà solo colpa nostra, della nostra vigliaccheria, della nostra indifferenza, della nostra incapacità a reagire. Se noi moriremo sarà solo per colpa nostra e non perché chi ci comanda è più astuto. Ricordiamocelo fin quando non spaleranno terra sulle nostre bare.

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Oggi come ieri

"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

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