domenica 11 marzo 2012

Il popolo che non c'e'.

Quando un popolo diventa merce di scambio tra banche ed interessi, rimane vittima di estorsori, incapaci e sanguisughe. E' quello che sta accadendo in Italia e che è già successo ad altri paesi come la Grecia. In entrambe le nazioni, i governi sono finiti in mano ai banchieri ed ai ricchi aristocratici che si vantano di aver dichiarato 7 milioni di euro all'anno di reddito. Siamo finiti in mano a strozzini ed usurai legalizzati che, oltre a danneggiare ulteriormente il paese, ci prendono anche per il culo senza tante cerimonie.

E se il danneggiamento che è stato compiuto dai banchieri legati alla Goldman Sachs non è ancora chiaro, (e in questo caso occorrerebbe avere a disposizione uno stuolo di psichiatri che analizzino il cervello di un intero popolo), la pantomima con relativa presa per i fondelli va letta tra le righe.

Ci è stata propinata in tutte le salse l'onestà di coloro che hanno in mano le sorti della nostra nazione. Tutti i ministri del governo tecnico hanno pagato le tasse, tutti si sono resi disponibili per essere di esempio al popolo. Anche la ministra Paola Severino si è immolata all'altare del dio Fisco versando, su sette  milioni di euro dichiarati, ben quattro per tasse. Vale a dire poco meno del 60% di quanto ha incassato. Poverina, c'è da chiedersi come farà a vivere con soli 3 milioni di euro all'anno, pari a 250.000 euro al mese. Arriverà a pagare l'affitto o il mutuo? A comprarsi le sigarette, a pagare le bollette della luce, del'acqua e del gas? Riuscirà a sfamare la sua famiglia?

Ecco la presa per il culo. I banchieri al governo vogliono dimostrarci che la percentuale da strozzinaggio applicata per le tasse che incombono sull'intero popolo italiano, può essere pagata. Loro sono l'esempio vivente. Vogliono, cioè, farci credere che pagando il 60% dei nostri introiti allo Stato è possibile vivere bene, senza che nulla venga modificato nella nostra vita.

Ci vogliono dire, insomma, che il 60% delle tasse, tolte ad uno stipendio di 1500 euro, dal quale rimane un utile di 1100 euro, non è una percentuale esosa. Essa può essere applicata tanto ad un introito di 7 milioni, quanto ad uno di 1500 euro. Ovviamente, da ciò che rimane vanno ancora tolte le spese di sopravvivenza. Noi e i ricchi ministri di questa repubblica di banchieri siamo uguali. Ecco cosa ci vogliono dire. Siamo uguali perché paghiamo la stessa percentuale di tasse. Meno uguali siamo negli introiti. Ma questo, per gli aristocratici personaggi della massoneria internazionale, è un dettaglio secondario che non può inficiare l'importanza del primo.

Sotto queste regole capovolte, assoggettati a formule matematiche assurde, dove il segno più sta sempre da una parte e quello meno sempre dall'altra, l'Italia sta vivendo gli ultimi anni di agonia.

Molti penseranno che è facile attaccare il governo sul campo della critica economica, in quanto esso è un governo di tecnici, preposto proprio ad essere impopolare per le scelte politiche e sociali.  Dire a chi ci governa che ci stanno ammazzando, che ci stanno togliendo linfa vitale, che ci stanno consegnando mani e piedi legati alla miseria nera e alla schiavitù delle banche, è come sparare sulla Croce Rossa. Troppo facile, troppo semplice.  

Ma pochi sono coloro che sono stati capaci di vedere oltre, che non si sono fatti ingannare dal paravento delle facce aristocratiche da sette milioni di euro all'anno di reddito. Quei pochi hanno capito che il potere bancario ha messo da parte la politica della quale si è servita nei decenni addietro per uscire allo scoperto e comandare direttamente sui popoli. Hanno rotto gli indugi, i banchieri aristocratici, e si sono decisi a venir fuori dai loro bunker dorati emanando leggi e norme "raddrizzatrici", affinché le risorse delle nazioni non andassero perdute dall'imbecillità dei politici i quali, nel corso del tempo, oltre ad aver perso il senso della ragione, sono riusciti a perdere anche quello dell'orientamento. Non si sono più ricordati da dove proveniva il loro foraggiamento ed il potere del quale si erano serviti per comprarsi palazzi, ville e partecipazioni aziendali, salvo poi dichiarare di non sapere nulla, di non conoscere l'ammontare dei costi a cui avevano dovuto fare fronte (spesso risultati ridicoli rispetto al reale valore del bene) o che non sapevano neanche quanto fosse costato l'affitto di suntuosi appartamenti che affacciavano sul Colosseo e che usufruivano a loro piacimento.

Nello sfacelo totale, nel caos più assoluto, i banchieri devono aver percepito quanta poca serietà è stata applicata dalla casta politica italiana anche nel rubare, nell'appropriarsi indebitamente di immobili e beni, nell'usare ed abusare di auto, elicotteri, aerei, spese per i viaggi, pernottamenti, pranzi, cene, ricevimenti, puttane e cocaina.

I banchieri hanno capito che se avessero continuato a lasciar fare, anche le loro fortune avrebbero rischiato di essere intaccate. E così sono usciti allo scoperto mettendo da parte le loro marionette, che non rispondevano più al tiro dei fili, e si sono seduti direttamente sul ponte di comando, appropriandosi dell'intera nave.

Ora, c'è qualcuno che potrebbe pensare che un banchiere possa ragionare come un politico? Che si perde in mille discorsi sconclusionati ed inutili mentre la nave affonda? Esiste una sola persona nella nostra penisola che crede davvero che un banchiere possa prendere il posto di un politico a pieno titolo? Se c'e', se esiste una sola persona che crede a questo, allora gli psichiatri prima citati potrebbero avere un esubero di lavoro.

Un banchiere ragiona solo in un modo, ed è quello che prevede la moltiplicazione delle banconote. Non importa a quale sacrificio, per gli altri. Importa che esse si moltiplichino in maniera esponenziale. Ovvio, quindi, che, se si persegue questa regola, non è possibile seguire quella dell'onestà, della dignità e del rispetto che un popolo deve pretendere dalle altre nazioni.

I soldi sono una cosa, il valori umani e morali sono un'altra. Entrambe non possono convivere. Ed i banchieri lo hanno dimostrato. Le loro tasse, le loro strette economiche, lo stato di polizia tributaria applicato su ognuno di noi, persino sui pensionati, chiarisce ogni equivoco. Non deve esistere una sola persona facente parte della massa popolare che non debba contribuire al benessere del capitalismo bancario, assicurativo e delle multinazionali. Il resto non conta.

E che non conti il resto, ovvero i valori umani e morali prima citati, è stato anch'esso dimostrato. Ai banchieri non gliene frega una cippa se l'India arresta due dei nostri Marò. A loro non interessa se un nostro connazionale viene ucciso a causa di un'azione antiterroristica compiuta in maniera dilettantistica dagli inglesi senza aver avuto il preventivo consenso del nostro governo. Non si interessa neanche delle preannunciate liberazioni, come quella di Rossella Urru, della quale non si ha più notizia benché i media abbiano strombazzato il suo rilascio da parte dei terroristi di Al Qaida. A questo governo di tecnici banchieri interessano solo i rapporti economico-finanziari. E se questi dovessero correre il rischio di essere intaccati in qualche modo, ciò che capita ai nostri connazionali, che siano in divisa, che siano semplici cittadini o volontari di associazioni no profit, non gliene può fottere di meno.

Inutili sono le parole di Napolitano, che si dice incredulo per il silenzio inglese. Inutili le sue parole anche per i due Marò. Due soldati italiani in armi, al comando di ufficiali dell'Esercito Italiano, che presidiavano ufficialmente una nave commerciale dai pericoli dei pirati, sono stati abbandonati a se stessi, permettendo ad un governo straniero di incarcerarli con il rischio di una condanna capitale. Di certo, se la stessa cosa fosse successa agli inglesi  o agli americani si sarebbero alzati  in volo i loro bombardieri, e gli indiani sarebbero corsi a liberare i detenuti prima che le bombe anglo americane cadessero sulle loro teste malate.

Noi invece stiamo ancora alla chiacchiera, mentre l'India fa i fatti. Invece di agire con fermezza e risoluzione, iniziando ad incarcerare le migliaia di indiani presenti sul nostro territorio senza permesso di soggiorno, espellendo quelli che hanno commesso reati penali di qualsiasi entità, serrando i controlli su quelli ancora presenti nel nostro Paese e sugli altri che vorrebbero entrarci, parliamo, cerchiamo il dialogo, permettiamo ad una forza straniera di far arrestare due nostri militari in missione. Un'azione inaccettabile che in altri momenti, e con altri uomini, avrebbe chiuso ogni relazione diplomatica per aprire quella più convincente portata dalle navi da guerra di fronte alle coste indiane. Ma le banche non hanno interesse ad adottare questo tipo di comportamento. Per cui i marò vengono lasciati marcire nelle galere asiatiche.

L'Esercito dovrebbe far tesoro di quanto sta accadendo e dovrebbe agire di conseguenza nei confronti di coloro che pur potendo, non stanno muovendo un dito o non sanno prendere le giuste decisioni di fronte ad un atto così arrogante, offensivo e umiliante da non trovare alcuna giustificazione di  sorta.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non è stato citato a caso. Egli rappresenta l'ultimo politico rimasto, (piaccia o meno la sua ideologia comunista) a cui è stato demandato il compito di fare una figura peggiore dell'altra non avendo più sotto di se i responsabili dei partiti che si sarebbero dovuti far carico dei problemi demandati al governo dei banchieri.

Di chi è la colpa di tutto questo? Di Napolitano? No! Dei banchieri? Neanche! Il primo fa ciò che gli è consentito fare, ovvero parlare, cadere dal pero, rimanere attonito, sparare qualche cazzata sull'unità d'Italia (proprio lui che insieme a Togliatti avrebbe applaudito all'ingresso dei carri armati sovietici nelle nostre piazze!!), accettare qualche laurea ad honorem giusto per fare spettacolo, presenziare a questo o a quel ricevimento dove dire altre cazzate e parole inutili. I secondi, invece, fanno quello che riesce loro da sempre: accumulare soldi depredandoli agli altri, sottoscrivere contratti di sfruttamento delle risorse naturali con i governi delle altre nazioni non curandosi delle conseguenze ambientali, demografiche e sanitarie di interi popoli, decidere i saliscendi delle borse internazionali, decretare i tassi di interesse dei prestiti e dei mutui, finanziare guerre e ricostruzioni dei paesi devastati dalle guerre precedentemente finanziate, testare farmaci sperimentali sulle popolazioni africane ricavandone utili, e morti, dalle cifre spaventose, e compiere altre serie di iniziative una più genocida dell'altra, protetti dal potere dei soldi e dei capi di stato che cazzeggiano sulle unità nazionali pur essendo loro  i primi a non averci mai creduto.

Allora di chi è la colpa di tutto questo? A prima vista dei nostri politici. Di quella banda di incapaci, inetti e predoni che si sono lavati le mani dopo aver fatto i loro porci comodi, lasciando un paese intero in mano alla Banca Centrale Europea e al Fondo Monetario Internazionale. Sembra quasi di rivivere un periodo storico già noto agli italiani, quando quel porco del re nano abbandonò trono e nazione per sgomitare con Badoglio sulla passerella di una nave che avrebbe salvato la sua schifosa vita e quella non meno infame del Maresciallo con cui sgomitava.

Sono cambiati i suonatori, ma la musica è sempre la stessa. Oggi i porci sono molti di più, ed anch'essi hanno sgomitato, ma per lasciare in tempo una nave che avrebbe richiesto troppi sacrifici politici e d'immagine. E così, mentre questa associazione a delinquere di politici corrotti e ladri scendeva velocemente per non rimanere intrappolata nelle stive della nave Italia, da un'altra passerella salivano i massoni, i banchieri e gli aristocratici legati agli interessi usurai internazionali che avrebbero condotto la nave verso zone protette, dove avrebbero agito a loro discrezione per la moltiplicazione dei loro redditi.

Ora che il tempo delle elezioni si sta avvicinando, qualcuno di coloro che era sceso dalla nave sgomitando, e che era scappato nel cono d'ombra per non farsi notare, sta tornando sulla banchina del porto per gridare contro i banchieri ai quali aveva permesso di prendere il governo della nave. E' tornata l'esigenza di farsi notare di nuovo e, soprattutto, di caricare sulle spalle del governo tecnico tutta la responsabilità ed il peso delle decisioni prese in quest'arco di tempo al fine di riacquisire la verginità perduta.

Ed eccola questa immondizia politica, eccola che torna più zozza e maleodorante di prima, pronta ad essere rieletta, a sciorinare sermoni vuoti ed inconsistenti. Tornano tutti, anche quelli che erano affogati nei loro escrementi. Tornano pensando di essersi ripuliti e profumati, credendo che il loro tanfo sia stato eliminato ancora una volta, sperando di fare come quel re nudo al quale nessuno aveva il coraggio di dire che era un coglione perché era il solo che credeva di essere vestito, mentre c'era un popolo intero che non trovava il coraggio di dirgli quanto fosse demente. Ci volle la semplicità di un bambino perché il re venisse deriso dai suoi sudditi.

La nave tornerà. I politici lo sanno. Altrimenti non starebbero sulla banchina in attesa di qualcosa che non farebbe più ritorno. I banchieri approderanno proprio li da dove sono partiti e riconsegneranno la nave ai politici. Ma questi ultimi troveranno delle sorprese poco piacevoli perché non vi sarà più nulla di quel poco che avevano lasciato, ed i comandi saranno ancor più limitati, così come le direzioni da prendere. I servi dei banchieri saranno schiavi e il popolo degli schiavi sarà schiavizzato.  A meno che la nave non affondi, e con essa banchieri, politici e servi degli uni e degli altri.

Ma se non affonda, se nulla cambia, se ancora uno solo dei politici italiani dovesse essere ancora eletto, allora le colpe si riverserebbero, a pieno titolo, unicamente su un solo responsabile: il popolo italiano.

E in questo caso, il mondo intero non potrebbe che dire: ad ogni popolo, il governo che si merita!

2 commenti:

  1. "Quando un popolo diventa merce di scambio tra banche ed interessi......"
    ..... BENITO MUSSOLINI, oggi, plaudirebbe il MOVIMENTO 5 STELLE !!!! L'unica alternativa all'attuale SPECIE POLITICA.

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  2. Il POPOLO ITALIANO rivuole la sua SOVRANITA' finanziaria, economica, sociale, alimentare, culturale ecc.. con l'AZIONARIATO POPOLARE con partecipazione di tutti ma, per il BENE COMUNE.
    ADRIANA QUATTRINO cell. 3493179741 Presidente
    FEDERAZIONE DEGLI STATI UNITI DELL'UMANITA'
    Progetto aperto a tutti...

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"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

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